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    27 Ottobre 2024
    La Roma di Juric, una disfatta: pokerissimo Fiorentina, buio pesto e notte fonda

    In queste righe abbiamo sempre parlato di transizione. Perché quella era e quella che sarebbe stata. Chi per un motivo o per un altro ha pescato Juric dopo la quarta giornata, tradendo una bandiera come De Rossi, qualcuno su cui pochi mesi prima era stato promesso un progetto sulla base di tre anni di contratto. A Trigoria non c’è più nessuno, nessuno dei due litiganti, tra la CEO Souloukou e DDR. C’è solo un giovincello direttore sportivo francese, Ghisolfi. Coi Friedkin in America. E allora la scelta, scellerata, che ha significato risultati che adesso narrano 10 punti in 9 giornate. Roma a metà classifica sotto Empoli, Torino e Udinese. Stasera la ciliegina sulla torta, il punto più basso: lezione a Firenze, pokerissimo e 5-1, punteggio che sarebbe potuto esser ancor più ampio, evoluzione di una gara disastrosa che ai più dei tifosi romanisti avrà rievocato fantasmi e 7-1 del passato, quelli del Franchi. Un tre a uno dopo mezzora, un Kean scatenato, una Fiorentina che vola, digerendo dettami adesso sì Palladino. E i risultati arrivano, non è mistero. Motore Bove, strameritato, prestazione sontuosa e gol dell’ex. Juric pecca di valori, forse, o morale calcistica: fa debuttare Hummels sul 4-1, destino e piove sul bagno il fatto che sarà lui a farsi il fortuito autogol per il pokerissimo. Grandina. Tutti furenti. Piazza tumultuosa. Calciatori a testa bassa. Ma da Trigoria, al momento, non parla nessuno.