Ha perso qualche punto più del dovuto, forse sfortunata la sconfitta interna col Como dopo diluvio e acquazzone, gli mancano all’attivo le cosiddette partite sporche (quelle da vincere 1-0, nel lessico contiano o storicamente allegriano, ndr), ma l’Atalanta resta ormai istituzione della parte alta, altissima della nostra classifica di Serie A. E quando vince, storicamente, nonostante cambi l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. E anche ieri non soltanto continuità post Venezia bensì altra scorpacciata stile Lecce: annientato il Verona, un sabato sera a deliziare Bergamo. Addirittura sei gol, una grandine, un uragano sull’Hellas. E ciò che sbalordisce è la facilità con cui chiude una partita dopo nemmeno un quarto d’ora, un quarto d’ora d’esibizione supersonica e poderosa di 343, tra l’indiavolato Lookman, il pennello CKD e la fertilità realizzativa di chi, una volta salito da Genova a Bergamo, ha trovato l’orchestra perfetta per compiere anche a livello realizzativo il definitivo salto di qualità. Incontenibile Mateo Retegui, doppietta, la stessa di Ademola a divorare la retroguardia scaligera e farne cinque addirittura all’interno della sola prima frazione. 6-1 Atalanta e Gasp, che festeggia le 400 panchine e ringrazia striscione del popolo di Bergamo, che sale momentaneamente a sedici staccando le romane e portandosi lì, al passo di Inter e Juve, al passo di chi sta al.. passo della capolista Napoli. Stasera fari puntati, chiaramente, tutti sullo scontro diretto: il derby d’Italia a San Siro.
Sport
27 Ottobre 2024
Rullo compressore, Gasp 400 e Retegui già doppia cifra: così l’Atalanta ancora lassù