Completato il primo giro di interrogatori
CECCANO – È è rientrato stamattina a Fiumicino Gennaro Tramontano, il commercialista coinvolto nell’inchiesta che la settimana scorsa ha portato dieci persone agli arresti domiciliari e 3 all’interdizione dalla professione con l’accusa di essere coinvolti in un giro di tangenti per pilotare gli appalti del Comune di Ceccano finanziati con fondi Ue e Pnrr.
Era in vacanza con la famiglia a Zanzibar: è andato direttamente ai domiciliari; difeso dall’avvocato Domenico Oropallo verrà interrogato nei prossimi giorni. Gli altri arrestati intanto stanno escludendo la possibilità di fare un ricorso al Tribunale del Riesame. Sicuramente non ci andrà l’ingegnere Stefano Polsinelli. Con i suoi difensori Sandro Salera e Paolo Marandola hanno scelto oggi questa strategia per non correre il rischio di andare “a formare un giudicato cautelare in assenza di pronta disponibilità della documentazione necessaria”.
In pratica i documenti sono nei computer sequestrati dalla Squadra Mobile di Frosinone e dallo Sco di Roma.
Nel frattempo si è concluso il primo giro di interrogatori. Tutti negano di aver pagato tangenti. Lo hanno fatto gli imprenditori ceccanesi Danilo e Massimo Rinaldi. Ammettono di essersi interfacciati più volte con l’ex sindaco Roberto Caligiore e con il capo dell’ufficio tecnico, il geometra Camillo Ciotoli ma solo per il deposito della documentazione occorrente prima di partecipare alle gare di appalto.
Danilo Rinaldi è il titolare delle quattro imprese che secondo le accuse ricevevano gli appalti in via esclusiva e poi giravano soldi a tecnici e al sindaco. Ascoltato anche Camillo Ciotoli, uno dei principali accusati nell’inchiesta. Assistito dal legale Antonio Perlini ha risposto per un’ora a tutte del domande del Giudice.
Questa mattina a Ceccano si è insediato il commissario prefettizio Fabio Giombini. È Capo dell’Ufficio di Controllo della Direzione Centrale per le Autonomie al Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. Il prefetto Ernesto Liguori lo ha nominato a seguito delle dimissioni rassegnate in massa di fronte al notaio da 13 degli amministratori comunali, sia di maggioranza che di opposizione.