VITERBO – Ancora nessuna chiusura in vista ma altre due scuole sono ormai sotto gli occhi della Regione e della Provincia per la problematica “accorpamento”: parliamo delle scuole del Carmine e quella di Grotte Santo Stefano.
Al momento, quello che è certo – come è emerso dalla recente riunione in Provincia – è che ci sarà una sola dirigenza e una segreteria unica per entrambe. Un disagio, di fatto, per le famiglie che dovranno spostarsi dal proprio territorio in caso di necessità. Un problema, allo stesso modo, per il dirigente scolastico che dovrà raccapezzarsi tra due scuole ben distanti l’una dall’altra.
Contrario a questa eventualità il presidente della provincia Alessandro Romoli, che già era andato contro la Regione Lazio e il suo stesso partito (Forza Italia, che è nella maggioranza guidata dal presidente regionale Francesco Rocca) con l’ipotesi accorpamento del presso di Caprarola. “E’ ovvio – ha dichiarato – che qualcosa nei criteri utilizzati non funziona. Non si può non tenere conto solo dei 3 milioni e mezzo di cittadini che ha Roma. Là esistono scuole su una stessa via e un accorpamento non causerebbe danni”.
Il disagio, se l’ipotesi – come è probabile – divenisse realtà, sarà ovviamente enorme e altri accorpamenti potrebbero giungere per la Tuscia.
Sulla problematica si è espresso anche Umberto Di Fusco, consigliere comunale e provinciale per Viterbo2020. A lui il compito di ricordare gli investimenti del comune nella scuola del Carmine, che sta venendo riqualificata proprio per migliorare il quartiere che la circonda. Alcuni di queste opere, come sottolineato, realizzate con fondi Pnrr “e fra le linee guida è indicato di evitare tagli dove esistono investimenti Pnrr”. Un dettaglio importante, soprattutto per un futuro ricorso.