Non ci sono dubbi. Le copertine della domenica e del weekend di Serie A devono necessariamente vestire nerazzurro. Ma stavolta non quello interista, non quello dei campioni d’Italia, bensì quello della Dea. L’Atalanta, creatura giunta alla nona edizione e nona serie dell’era Gasperini, stavolta vuole sognare fino in fondo anche in Serie A. E non si nascondono. Si sentono parte della lotta Scudetto. Sogni ad occhi aperti. Perché quello di ieri a Napoli, in casa della capolista d’Antonio Conte, è stato un vero e proprio statement. Gli azzurri non avevano sbagliato nulla, impatto istantaneo, determinazione e solidità massima; prima di Lookman e della terrificante e scalmanata banda Gasp, capace di sovvertire ogni pronostico della vigilia e vincere ancora al Maradona, ancora tre a zero, come ad aprile scorso ma stavolta contro tutt’altro Napoli. Un colpo mediatico e una manifestazione di intenti e ambizioni: straordinaria doppietta dell’asso mercato nel primo tempo, chiude tutto bomber Retegui al tramonto. Cambiando l’ordine degli addendi, nonostante qualche mal di pancia estivo e di Gasperini stesso, il risultato non cambia. Quinta vittoria consecutiva e terzo posto a tre punti dagli azzurri. L’Atalanta ha bisogno di continuità e vittorie nelle partite sporche: a parte straordinari statement come quelli di ieri, saranno quelli i banchi di prova decisivi, per trasformare una splendida creatura da Champions in qualcosa di più, una realtà che ormai in Italia tutte le storiche nobili hanno imparato a temere. A 25 resta il Napoli, a 24 c’è l’Inter. Ma attenzione, un’Inter che come continuiamo a narrare sembra superficiale. E stavolta non soltanto perché concede di più dell’anno scorso, ma soprattutto perché è diventata sciupona. Troppe occasioni alle ortiche, poco altruismo: Inzaghi preoccupato striglia giustamente tutti. Col Venezia infatti soltanto uno a zero. In concomitanza dell’Atalanta, a quel terzo posto che la Lazio di Baroni stessa stasera può agganciare se dovesse battere anche il Cagliari di Nicola, c’è sorprendentemente la Fiorentina di Palladino: adesso sì, creatura immagine e somiglianza del suo allenatore, una volta digeriti i dettami di uno dei tecnici emergenti ormai giustamente considerati migliori del nostro panorama. Uno a zero a Torino dopo quello di Genova: non solo leggenda De Gea, adesso pur solidità difensiva. Qualcosa che in Italia resta sempre determinante ma che in molti continuano colpevolmente a sottovalutare. Ogni giungla nutre e vanta il suo ecosistema.
Sport
4 Novembre 2024
Editoriale A, copertine Gasp: la sua Dea può veramente sognare lo Scudetto? Allarme Inter, sciupona e superficiale
In attesa dei posticipi del lunedì, tantissimi i temi del weekend di A: che statement a Napoli, ecco sfumature e argomentazioni di una realtà con cui ai giorni d'oggi tutti devono fare i conti anche ai massimi livelli..