POMPEI (NA) – Nuove meraviglie emergono dagli scavi di Pompei dove è stata recentemente scoperta una nuova piccola dimora subito denominata Casa di Fedra.
All’interno del piccolo stabile sono stati rinvenuti meravigliosi affreschi e decorazioni riportanti anche figure mitologiche di rara bellezza. Tra i molti ritrovamenti, anche le ultime offerte rituali effettuate prima che il Vesuvio eruttasse, distruggendo la città romana.
La Casa di Fedra è stata rinvenuta nel corso di alcune indagini in corso nel cantiere dell’Insula dei Casti Amanti, ubicata nella zona centrale dell’antica città, lungo la Via dell’Abbondanza. Il nome è stato scelto dopo aver scoperto, tra gli altri tesori, un affresco ottimamente conservato riportante il mito di Ippolito e Fedra.
Accanto a questo dipinto, una piccola finestra si apre su un cortile coperto, dinnanzi alla quale è possibile ammirare una grande vasca dalle pareti rosse.
Questa scoperta, così come le altre avvenute in tempi recentissimi, dimostrano come la città di Pompei sia ancora lungi dall’essere completamente riportata alla luce. Moltissime sono ancora le meraviglie e i segreti che si celano nel suo territorio e che non aspettano altro che essere ritrovati.
Di seguito, la descrizione ufficiale della dirigenza di Pompei:
Gli inglesi le chiamerebbero “Tiny House”: piccole case autonome, dalle dimensioni ridotte ma in questo caso, dalle decorazioni estremamente raffinate. È il caso di una tra le più recenti unità abitative emerse nel corso delle indagini in atto nel cantiere dell’Insula dei casti Amanti, nel quartiere centrale della città antica di Pompei, lungo Via dell’Abbondanza.
Una casa dallo spazio ristretto, senza il tradizionale atrio. Una particolarità considerato che, nonostante le ridotte dimensioni della dimora, non sarebbe stato impossibile l’inserimento di un piccolo atrio con la classica vasca (impluvio) per la raccolta dell’acqua piovana, tipico nell’architettura delle ricche dimore pompeiane, e che invece in questo caso è assente.
Una scelta probabilmente da mettere in relazione con i mutamenti che stavano attraversando la società romana, e pompeiana nello specifico, nel corso del I secolo d.C. e che questo rinvenimento consente di studiare e approfondire. Un primo inquadramento scientifico è riportato nell’ultimo articolo della rivista scientifica digitale del Parco. L’abitazione colpisce per l’alto livello delle decorazioni parietali, che non ha nulla da invidiare alla più grande e ricca casa dei Pittori al Lavoro, con la quale confina. Grazie al ritrovamento di un affresco ben conservato, rappresentante il mito di Ippolito e Fedra, la si è denominata provvisoriamente Casa di Fedra. Da uno stretto corridoio si accede poi in un altro ambiente, dove al momento dell’eruzione erano ancora in corso lavori edilizi, caratterizzato all’ingresso dalla presenza di un piccolo larario (altare domestico) con una ricca decorazione dipinta a motivi vegetali e animali su fondo bianco. All’interno della nicchia sono statti rinvenuti gli oggetti rituali, lasciati con l’ultima offerta prima dell’eruzione del 79 d.C che distrusse Pompei: un bruciaprofumi in ceramica acroma con lacune antiche e una lucerna, entrambi con evidenti tracce di bruciato.