Uno dei turni di Champions più straordinari della fase a gironi degli ultimi anni, ad onorare tra l’altro la scelta sempre più spettacolare in quanto impronosticabile e vincente dell’Uefa, solo un maxi raggruppamento a trentasei club in cui nella maxi graduatoria può succedere di tutto e il contrario di tutto. E può succedere storia. Come quella che quando nessuno se lo aspettava torna a scrivere il club tricolore che più rappresenta e trasuda storia in Europa, l’AC Milan, col trionfo al Bernabeu, qualcosa di stellare, megagalattico, qualcosa che non succedeva da anni e anni. Davanti a Carlo Ancelotti, davanti a Madrid, davanti al Vecchio Continente. Un tre a uno che cambia il corso di Fonseca rossonero, un tre a uno che conquista piazza e tifosi, un tre a uno che diventa storia. Riecheggiante. Perché solo la storia può battere la storia. In 44 grandi orecchie in campo, le sette meraviglie che battono i quindici gioielli reali. E nel tempio del Bernabeu la notte diventa tutta rossonera, prestazione perfetta, tra idee sopraffine e organizzazione impeccabile, a sorprendere le superficiali stelle generazionali madridiste. Bentornati Theo, Tomori e Leao, questi i vostri livelli. Reijnders, definitiva consacrazione. In templi così ci si prende l’Europa. Maignan un muro, Morata istituzione. A vincere il giorno dopo e suggellare una due giorni straordinaria per il calcio milanese è pure l’Inter, che in Champions palesa ambizioni manifestando quella solidità superficialmente persa quest’anno in campionato: 10 punti e secondo posto in classifica, battuta pure una concorrente Premier come l’Arsenal, nella notte di San Siro decide solito rigore dell’altrettanto solito Calhanoglu. Polemiche e veleno Gunners per episodi arbitrali, Inzaghi volta le spalle e tira dritto, urlando e urgendo più solidità in campionato perché nel weekend finalmente scontro diretto col Napoli. Nella notte del mercoledì l’Inter non è l’unica nerazzurra a vincere: trionfa e scala pure l’Atalanta sul campo di uno Stoccarda che solo due settimane fa aveva vinto a Torino, due a zero sul CDK e guizzi Lookman, condito finalmente dal primo sigillo di Zaniolo in maglia atalantina. Senza lode invece il martedì della Juventus, stoppata ancora stavolta in Francia con l’uno a uno di Lille. Fallito l’appuntamento con la storia anche per Bologna, sconfitta al Dall’Ara pur dal Monaco, in una delle poche gare in cui, in un percorso che resta sogno e favola, avrebbe potuto osar qualcosa di più.
Sport
7 Novembre 2024
Champions, editoriale e sfumature: Milan nel tempio e manifesto Inter, settimana galattica