Una notizia nuovamente traumatica sconvolge il mondo del calcio. Ciò che si temeva, un mese dopo la morte di Baldock, centrale greco d’origine britannica, storica colonna Sheffield United. La notizia confermata in Europa negli ultimi minuti e proveniente dal Sudamerica narra stavolta la drammatica morte di Marco Angulo, centrocampista dell’Ecuador, classe 2002, un mese dopo quel drammatico incidente d’auto che già costò la vita al compagno Roberto Cabezas e che adesso, dopo settimane di terapia intensiva, costa la vita del calciatore stesso. Ferite gravissime, irreparabili: dopo 35 giorni d’ospedale, da quel tremendo e fatale 7 ottobre, non ce l’ha fatta. Quel che si temeva e quella drammatica prospettiva che col passare delle settimane diveniva traumaticamente sempre più reale, s’è fatalmente concretizzata. Tre presenze in nazionale per una carriera di un talento di cui in patria e più in generale oltreoceano ne parlavano benissimo: anni tra sudamerica e Stati Uniti, lo sbarco in MLS ad affrontare i nostrani Insigne e Bernardeschi, prima di rientrare in patria alla LDU Quito. Attendeva solo la grande chiamata dal Vecchio Continente, sognava quell’opportunità europea, sognava soltanto il grande salto. Niente di tutto questo. Il calcio internazionale piange un’altra vittima. Una tragedia. Marco Angulo lascia a soli ventidue anni. Tragedie che mai vorremmo narrare, tragedie che mai vorremmo riportare, eppure drammatica e mera realtà. Di seguito il comunicato del suo ultimo club, proprio la LDU Quito: “Estendiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di Marco. La sua scomparsa è una perdita profonda che risuonerà per sempre all’interno del nostro club e della nostra comunità”.
