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    Cronaca, Politica
    18 Novembre 2024
    Civitavecchia – Borgata Aurelia tra incuria, insicurezza e promesse elettorali non mantenute

    CIVITAVECCHIA –  Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino di Borgata Aurelia.

    “Quando parli del Quartiere di Aurelia della nostra città a noi abitanti del posto, rassegnati da una politica opportunista e fisicamente presente solo in fase di campagna elettorale, viene spontaneo associare un modo di dire locale, ma forse nazionale: “Si stava meglio quando si stava peggio”.Caro Sindaco Ernesto, ci hai lasciato nelle mani non di chi sbaglia bensì di chi non ti pensa proprio. Fosse vero che questa riflessione potesse essere smentita ma sorgono forti dubbi, poiché gli abitanti di Aurelia hanno purtroppo metabolizzato il sistema fondato su promesse elettorali puntualmente disattese, che lasciano rabbia e delusione.Bisogna riconoscere al nostro ex Sindaco di avere avviato quel processo finalizzato a risolvere gli storici problemi di Aurelia avendo appreso, dopo decenni di attesa, la notizia pubblica della definitiva e complicata acquisizione del territorio locale, ex privato, da parte del Comune di Civitavecchia.Iniziativa che aveva ridato speranza e fiducia, oggi risprofondate nel consueto disinteresse. Operazione che avrebbe aperto alla possibilità di vedere concretizzare quegli interventi sospirati da anni, diretti a risolvere molte criticità locali, mettendo in sicurezza la vita dei cittadini elettori anche dell’attuale Amministrazione in carica.Il ricordo è la campagna elettorale piena di promesse, impegni, proclami, non facendo mancare la pratica di disintegrare l’avversario considerato un nemico da abbattere ad ogni costo e con ogni mezzo, attività intrapresa da esperti nel settore. Ad oggi non li si vede più nelle vie della città, se ne stanno prontamente rinchiusi e barricati dentro il palazzo. Come da programma, da tradizione, da previsione ed in linea con le proprie alte sfere, silenzio assoluto su tutto. Viene spontaneo aggiungere: “come te potevi sbaglià?”E’ utile ricordare dettagliatamente le tante situazioni squallide, pericolose e deplorevoli che condizionano la vita degli abitanti di Aurelia, sinteticamente: buio pesto, strade indecenti, vegetazione esagerata, Amministrazione assente, sicurezza insicura, videosorveglianza non pervenuta. Scenario disastroso che agevola l’attività dei furbacchioni ladri e malviventi che in questo ambiente ci sguazzano. Emblematica, la triste esperienza, riportata qualche mese fa dai mass media locali, che ha visto coinvolta un’anziana persona di Aurelia investita da un veicolo su una strada completamente oscura. Pochissime le fonti di luce in questo scenario, tra queste la casa dello sport, un’organizzazione tenuta in piedi grazie alla passione e sacrificio dei titolari i quali, con passione e non poche difficoltà, ottengono risultati eccellenti, nonostante l’area circostante sia priva di servizi e sicurezza. Non ci si può sottrarre dal rivolgere un apprezzamento alle varie ditte che operano sulle vie di Aurelia, in particolare a quella che si occupa della linea fibra ottica, normalmente individuate come invadenti massacratori di strade ma, in questo scenario, paradossalmente riconosciute come delle risorse che scassando e tappando lasciano incredibilmente una situazione migliore di quella che hanno trovato. Altra nota dolente è invece il centro polivalente “Ennio Cima” chiuso e abbandonato da anni. Locale ingiustamente sottratto dalla disponibilità dei cittadini di Aurelia ed esempio negativo per quanto riguarda l’efficienza e l’evidente spreco di risorse pubbliche. Questioni fino a oggi ignorate e purtroppo oggetto di una inevitabile sintesi ironica per l’avvenire: “Mo stamo in una botte di ferro”

    Che facciamo cari amministratori? Ci diamo da fare? Iniziando a metterci la faccia? Qualcuno parli, venga a fare qualche visita nel quartiere, soprattutto di notte. Si dice che la speranza sia l’ultima a morire, per adesso è istintivo immaginare la reazione a queste riflessioni con qualche risata degli interessati e magari un sorrisetto ironico sotto i baffi, nulla di più”.