All’interno delle ultime serate di nazionali e Nations League di un’annata solare come il 2024 che volge al termine, c’è una storia tra le leghe inferiori che vale eccome la pena raccontare. Una di quelle per cui giornalisticamente non puoi fermarti a raccontare mera cronaca o accaduto, ma di quelle per cui vanno tessute le lodi più belle, quelle profonde, quelle del sentimento. Parliamo della favola delle ultime ore di Nations League, quella di San Marino, protagonista delle piccole matricole, quelle più minute e romantiche, non solo geograficamente ma chiaramente anche i Davide nei Golia del calcio europeo. Stavolta raggruppate nella Lega D, dove solo una poteva sognare d’accedere a quella superiore, chiaramente la C. Ebbene. Forse, perché quantomeno geograficamente l’Italia contiene San Marino, forse perché parlano la nostra lingua, forse perché sono semplicemente quelle più vicino, facevamo senza nasconderci tutti il tifo per loro. Per i celesti. Per quelli che puntualmente per decenni e decenni continuano a perdere ogni partita di qualificazione ai vari Mondiali/Europei, incassando imbarcate dopo imbarcate. Stavolta potevano giocarsela, lottando con formazione come quelle di Gibilterra o Lichtenstein. Parliamo di una nazionale che in 209 incontri prima di ieri sera ne aveva persi ben 197; soltanto due vittorie, una arrivata proprio di questi tempi. E allora mancava solo la ciliegina al periodo più fertile della propria storia. La Nations League finalmente scova il suo perché e regala emozioni proprio per queste ragioni qui, a questi livelli qui. La ciliegina è arrivata ieri: l’impresa di vincere la terza partita della sua storia, far per la prima volta tre gol (tre a uno..) sempre nella stessa storia, espugnare i confini alpini, scavalcare Gibilterra e chiudere davanti a tutti, conquistando la storia promozione alla Lega C europea. Un tre a uno a Vaduz che porte le firme di Lazzari, Golinucci e soprattutto Nanni, leader tecnico, unico calciatore professionista. Le lacrime del commissario tecnico, Roberto Cevoli; quelle dei sostenitori addirittura in trasferta, sfidando chilometri, tunnel e freddo terrificante. Ossimoro totale col fuoco ardente nei loro cuori, quello in campo, quello sugli spalti. Poi triplice fischio, emozioni e copertine. Anche le nostre. Contenti e fieri, da confinanti. Per una volta sono loro a consegnare una lezione splendida a tutto il mondo del calcio europeo. 210 partite, sì, l’ultima la più eterna.
Sport
19 Novembre 2024
Nations League, sentimento San Marino: Davide nei Golia, promozione storica