ACQUAPENDENTE – Acquapendente celebra lunedì 25 novembre la giornata per l’Eliminazione della violenza contro le donne con un pomeriggio di iniziative incentrate sul tema.
Alle 17,30, alla biblioteca comunale in via Cantorrivo, sarà inaugurata la targa in ceramica, realizzata nell’ambito del più vasto progetto “Scarpette rosse in ceramica per dire no alla violenza sulle donne”, giunto all’ottava edizione e promosso dall’Associazione italiana città della ceramica (Aicc), rete nazionale di cui il Comune, grazie alla sua affermata tradizione ceramica, fa parte. La targa è realizzata dalla ceramista Francesca Rossi in collaborazione con l’associazione Dark Camera, soggetto gestore delle Officine delle arti e dei mestieri di Acquapendente.
“Abbiamo aderito all’iniziativa di Aicc realizzando una targa in ceramica, dove è riportato il numero anti-violenza e stalking 1522 – commenta la vice sindaca Monica Putano Bisti – e abbiamo scelto la biblioteca comunale perché è un luogo in pieno centro e perché, ogni giorno, accoglie numerosi frequentatori di tutte le età, dai bambini agli adulti, in modo che chiunque passerà davanti all’ingresso possa sapere che le donne non sono sole”.
A seguire, sempre alla biblioteca, continuano gli spettacoli a cura di Teatro Studio, nell’ambito di “Sinergie. Il festival delle biblioteche” promosso dal Sistema bibliotecarie lago di Bolsena e finanziato mediante i contributi regionali della legge 24/2019 – Piano interventi 2023. Per l’occasione viene proposto il reading musicale “Se dico donna…”, un titolo che prende spunto dal primo proverbio-luogo comune del pensiero sulle donne con cui le attrici irrompono in scena attraversando la platea. I testi che seguono sono tratti da “Tutta casa, letto e chiesa” di Franca Rame, ancora perfettamente in grado di dialogare col presente. L’altro riferimento testuale è il frammento del più ampio monologo di Giuliana Musso, dal titolo “Nati in casa”, che in maniera spassosa, comica, ma corrosiva, mette al centro il corpo della donna e il controllo esercitato su di esso dal mondo maschile. L’altra autrice, Luciana Bellini, racconta le donne degli anni ’50 nel contesto contadino e offre la possibilità di cogliere i nodi alla base degli atteggiamenti culturali che tutt’oggi nutrono resistenze e preconcetti.
La forma espressiva predominante è quella propria della lettura scenica espressiva, dialogante o ad una voce, ma la performance si arricchisce anche di momenti di recitazione a memoria utilizzando il monologo, per dar vita ad alcuni personaggi e ricorrendo ad una delicata interazione col pubblico. I brani scelti, recitati con grande autoironia ma anche con “passione caustica” dalle due interpreti Enrica Pistolesi e Daniela Marretti, entrano lentamente in relazione col pubblico, per poi viaggiare con un ritmo sempre più incalzante e coinvolgente, assicurando un “divertimento catartico”, sia nel pubblico femminile che in quello maschile. Grazie alla poesia del grande cantautore, e grazie alla sensibilità del musicista e del cantante, si ricrea un’armonia e prende voce la tenerezza del maschile, quel maschile che sa esattamente cosa sia la donna e che ogni giorno le cammina rispettosamente al fianco. Regia di Daniela Marretti, assistenza tecnica di Luca Pierini.
“Oggi ricordiamo le donne che hanno sofferto e che hanno trovato la forza di chiedere aiuto, ma vogliamo anche lavorare per costruire una società in cui nessuna donna debba mai più subire violenza – afferma la consigliera delegata alle pari opportunità Serena Tini -. La violenza contro le donne è una piaga che colpisce profondamente le famiglie e la società intera e combatterla richiede l’impegno di ognuno di noi: istituzioni, associazioni, scuole, ma anche semplici cittadini”.