Iniziata la Coppa Davis. L’appuntamento più prestigioso del tennis a squadre, quello di fine anno, quello che chiude il 2024 dei massimi livelli. E se l’Italia approccerà ancora una volta Malaga stavolta con le massime ambizioni forte della presenza di chi, da numero uno al mondo, sta esaltando il movimento azzurro, quel Sinner che nemmeno 72 ore fa faceva impazzire Torino, le lancette del sentimento tennistico stavolta a livello globale e planetario viravano tutte sugli ultimi atti, l’ultimo appuntamento da professionista di sempre, di Rafa Nadal. Il campionissimo, uno dei più grandi della storia di questo sport, fratellanza col rivale di sempre Federer, che già da tempo aveva annunciato quanto e come fosse arrivato il momento d’apprendere la racchetta al chiodo e seguir King Roger: https://www.lacronaca24.it/2024/10/10/il-canto-di-rafa-nadal-lascia-uno-dei-piu-grandi-mostro-infinito-del-tennis-del-terzo-millennio/ .
Malaga sarebbe stata la sua ultima tappa professionistica. Finalissime della Coppa Davis, sperava chiaramente d’arrivare fino in fondo, protrarre fino al weekend le sue ultime giocate di una carriera ventennale. Così non è stato. Passa l’Olanda: la sua Spagna già eliminata ai quarti. Ed al mondo dello sport fa evidentemente ancora male. Perché è stato un finale sportivamente senza lieto fine, senza luce, senza scintilla. Nadal ha perso la ultima gara, quella più attesa, l’uno contro uno in singolo: sfida l’olandese van der Zandschulp che, niente da fare, s’è imposto con doppio sei – quattro. C’ha pensato Carlos Alcaraz, forza e futuro del movimento iberico, a riportare in parità una Spagna però poi sconfitta nel doppio: s’è chiusa ieri sera la carriera professionistica di Rafa Nadal. All’inizio tristezza, sia per risultato spagnolo davanti al pubblico di casa, sia soprattutto per la sconfitta del campionissimo al tramonto della sua era; poi emozioni e lacrime, quelle vere, quel del momento più atteso. Quando ha salutato tutti in fiume di lacrime d’egli stesso, ringraziando chiunque, microfono in mano e ovazione finale: “Ringrazio tutti, ringrazio il pubblico, 20 anni belli e brutti, ho potuto vivere con tutti voi. Ringrazio la Spagna e il mondo in generale. L’importante è che abbiate percepito che sono una brava persona. Mi sono sentito molto fortunato a provare tutto questo affetto. Il mio corpo ha detto che non vuole giocare più a tennis. Lascio un’eredità sportiva e personale. Quello che succederà in futuro sarà più facile da affrontare”.