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    Politica
    20 Novembre 2024
    Laura honoris causa a Tajani, ‘avrei voluto studiare filosofia’

    Riconoscimento dell’Università Vita-Salute San Raffaele

    MILANO – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato premiato con una laurea magistrale honoris causa in filosofia del mondo contemporaneo dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il riconoscimento, come ha spiegato il rettore Enrico Gherlone, è ispirato dalla “lunga esperienza nella diplomazia e nelle relazioni internazionali” di Tajani, che ha alle spalle anche “una lunga carriera nelle istituzioni europee e italiane, con ruoli rilevanti come presidente del Parlamento europeo e commissario europeo per l’Industria e l’Imprenditoria. La sua conoscenza delle dinamiche internazionali e della geopolitica viene riconosciuta dall’ateneo come un contributo significativo alla comprensione del mondo contemporaneo”.

    “Sono onorato di ricevere questa laurea honoris causa in filosofia del mondo contemporaneo e sono felice di riceverla perché avrei voluto studiare filosofia all’università, poi scelsi giurisprudenza. Se fosse stata una decisione presa col cuore, forse avrei scelto filosofia” ha detto Tajani. “Vorrei regalare agli studenti il motivo per il quale ho scelto di dedicare la mia vita a combattere per le idee in cui credo. Tutto è nato quando, entrando nella casa della famiglia di mia madre in provincia di Frosinone, all’ingresso c’era una scritta, ‘Conosci te stesso’. Mia madre – ha raccontato Tajani – mi spiegò che era scritto sul tempio di Apollo e che Socrate chiese al suo interlocutore se avesse mai letto quella scritta. Conosciamo noi stessi? Questa è la chiave di tutto. Se noi non conosciamo noi stessi, con i nostri limiti e la nostra forza, non possiamo agire. Soprattutto dobbiamo domandarci cosa stiamo a fare in questo mondo, perché stiamo in questo mondo e se stiamo cercando di essere utili agli altri”.

    Secondo Tajani “il più bel pezzo di filosofia è l’incipit del Vangelo di San Giovanni – ha concluso -. Non possiamo non considerare la presenza di Dio come un qualcosa che guida la nostra vita”.