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    Cronaca
    22 Novembre 2024
    Viterbo – Multe ai motorini degli studenti, la protesta continua: “Fanno cassa con le famiglie e cacciano i giovani”
    Lo scontro tra chi plaude ai controlli e chi li stigmatizza è sempre più acceso

    VITERBO – Prosegue la protesta, via social, in seguito alle multe ricevute dagli studenti del Paolo Savi e zone limitrofe da parte della polizia locale.

    Dopo lo scontro, accesosi in seguito al fatto avvenuto due giorni fa, si torna a parlare della situazione con altre famiglie e commercianti del centro storico che accusano l’amministrazione di voler “cacciare i giovani” da Viterbo.

    “All’amministrazione non importa dei ragazzi e della scuola una scuola che vede ogni anno un calo drastico di alunni a favore del più organizzato liceo di Vetralla e quello di Montefiascone”, scrive un commerciante del centro storico via social.

    “Poveri ragazzi – prosegue – costretti ad emigrare in provincia. Anni fa era il contrario, però se le scuole non hanno parcheggi, l’altro giorno è toccato ai motorini del Paolo Savi, se non hanno palestre ma se hanno aule fatiscenti non importa… noi inauguriamo nuovi mostri commerciali”.

    La protesta prosegue anche parlando nello specifico del centro storico, dove, per il commerciante, si vedrebbero sempre meno ragazzi. “Neanche il sabato si vedono più ragazzi in centro – continua – li hanno cacciati togliendo i pochi posti per parcheggiare. Bene, continuate così a fare cassa con le famiglie e a cacciare la popolazione da una città che malgrado l’impegno di distruggerla resta bellissima”.

    La sua non è però l’unica voce che si alza a difesa dei giovani. In molti, in primis i genitori, hanno manifestato la loro rabbia nei confronti di quella che è stata definita “l’ennesima rappresaglia”. La questione, per molti, oltre alla mancanza di parcheggi, sarebbe data dal fatto che multe “una tantum” non servirebbero a nulla. Un’affermazione che si sposa con il pensiero dei residenti, che invece plaudono all’iniziativa della polizia locale, ma vorrebbero d’altro canto controlli giornalieri e non “spot”.