TORINO – Dal palco dell’assemblea Anci svoltasi in questi giorni a Torino, Open Fiber rilancia la sfida per collegare con la rete ultraveloce oltre alle aree metropolitane anche quelle rurali e industriali. E se l’obiettivo di completare l’opera dal punto di vista infrastrutturale è stato quasi ultimato, il focus adesso si sposta su come sfruttare al meglio la rete. Partendo proprio dalla regione in cui è attualmente in corso l’assemblea dell’Anci. “In Piemonte ci sono oltre 910 comuni cablati nelle aree bianche, dei piccoli borghi e delle aree rurali, questo dà la possibilità ai cittadini di lavorare e di avere accesso a streaming, di fare teleconferenze, telemedicina, anche gaming, con la stessa velocità dei cittadini del centro di Torino – spiega Miruna Stoicescu, regional manager Piemonte Nord Val d’Aosta di Open Fiber –. Non cambia niente vivere a Levone o a Moncenisio rispetto al centro di Torino a livello di accesso alla rete a una banda affidabile”. Parallelamente al progetto delle aree bianche, quelle più periferiche, Open Fiber sta intervenendo con investimenti privati anche nelle aree nere, dove si trovano i principali centri urbani. “Grazie a una proficua collaborazione con le amministrazioni locali regionali – dice ancora Stoicescu – stiamo concludendo anche il piano delle aree nere, delle medie e grandi città, stiamo parlando sempre della tecnologia ‘fiber to the home’. Si tratta di un investimento privato di Open Fiber di circa 230 milioni relativo al cablaggio di 760mila unità immobiliari”. Portare la fibra ottica anche nei borghi e nei comuni più piccoli resta però la priorità di Open Fiber, per venire incontro alle esigenze dei cittadini e delle imprese. “La rete ultraveloce nell’epoca in cui viviamo è assolutamente fondamentale – ammette il sindaco di Ceres, comune nelle Valli di Lanzo, Davide Eboli –. Non solo per gli enti di montagna ma per i cittadini per quanto concerne il loro lavoro a distanza e far sì di aumentare i vari servizi e poter venire a vivere nelle nostre valli”. A Levone invece, nel Canavese, in un paese con meno di 500 abitanti, dopo l’intervento di Open Fiber le unità immobiliari in vendibilità sono oltre 370. Questo “ha consentito a numerosi cittadini ma anche alle imprese di poter ottenere una connessione veloce e rapida sia per le attività del tempo libero, sia per le attività imprenditoriali e commerciali”, spiega il sindaco Massimiliano Gagnor. La rete in fibra ottica rappresenta però un’opportunità, oltre che per il cittadino, anche per le istituzioni e le imprese. Soprattutto in ambito turistico. “Io sono presidente dell’Unione Montana Valsusa – racconta il sindaco di Caselette, Pacifico Banchieri –, è un’unione dove il turismo è uno degli aspetti fondamentali dal punto di vista delle aziende. Questo ci ha offerto la possibilità di insediamento di nuove imprese, e per noi naturalmente è una cosa molto importante”. Nell’era della digitalizzazione però l’inclusione passa anche attraverso la rete. Oper Fiber con questo progetto ambisce a ridurre il divario digitale tra coloro che possono accedere più agevolmente ai servizi e chi, a causa di una scarsa connettività, fatica di più a integrarsi con il resto del mondo. “Speriamo che uno degli effetti di questo accesso alla banda ultralarga sia il ripopolamento delle aree rurali, remote, di montagna – chiosa Stoicescu –. Zone dove l’accesso a una rete internet affidabile e veloce consente a tante famiglie di spostarsi, vivere e lavorare a distanza”.
Economia e Lavoro
23 Novembre 2024
Tlc, banda ultralarga dalle città alle campagne: l’impegno di Open Fiber