Una Premier più saggia, più paziente, più lungimirante, meno istintiva. Su uno dei pochi fronti dove fece parlar di sé nelle scorse annate in maniera tutt’altro che esemplare. La foga di risultati, in quella che col passare dei decenni è divenuta sempre più l’NBA del Football, aveva scaturito spesso e volentieri scelte frettolose, di pancia, da parte delle dirigenze: allenatori cacciati troppo presto, numero esoneri da record europeo. Invece quest’anno, nonostante siamo già giunti quasi a dicembre, il numero delle panchine saltate oltremanica ammonta soltanto a due, pensate. Persino chi sta giù, persino chi naviga in zona retrocessione, resta fedele al proprio tecnico: il caso del Palace con Glasnier, come gli stessi casi (bei valori di riconoscenza) di Ipswich e Saints che continuano a rispettare con gratitudine i condottieri delle loro recenti promozioni, McKenna e Russell Martin. Era saltata soltanto come noto una panchina fin qui in Premier, una delle più grosse e mediatiche, naturalmente quella del Manchester United: fallimento Ten Hag, transizione Van Nisterlooy, avvento Ruben Amorim. Ecco che adesso invece salta la seconda. Soltanto la seconda, aspetto che ci piaceva sottolineare in apertura d’articolo. Salta quella a Leicester, quella di Cooper, la scelta estiva delle Foxes dopo che, freschi di promozione, Maresca accettò la prestigiosa e faraonica corte del Chelsea. Presero qualcuno che conosce una terra come le Midlands molto bene, post pluriennale esperienza al Forest; in un certo senso, data la rivalità geografica tra i due club, tradì l’affetto del popolo di Nottingham scegliendo Leicester. E non andò bene, la storia parlò chiaro: solo due vittorie in dodici partite, decisiva la sconfitta interna proprio col Chelsea, quella di sabato, fatale narrazione e maniera in cui maturata, squadra spentissima e mossa di cambiar direzione. Adesso, con le volpi nelle torbide acque della bassa classifica a soli due punti dalla zona retrocessione, la dirigenza dovrà eleggere il nuovo tecnico: qualcuno parla di esperienza e conservazione Moyes, l’altra corrente parla di progetto e futuribilità rilanciando Potter, sondato già nei mesi estivi proprio per scegliere Cooper. Scelta che, come poi il tempo narrò, non consegnò i frutti sperati.
Sport
25 Novembre 2024
Premier. Crisi Leicester, cambio di rotta e fuori Cooper: adesso Moyes o Potter