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    Cronaca
    25 Novembre 2024
    Viterbo – Omicidio Bramucci, chiesti quattro ergastoli per la “famiglia assassina”

    Carcere a vita per la moglie, i due cognati e al sicario che a Soriano nel Cimino sparò al volto del pregiudicato civitavecchiese. Per gli altri membri della banda pene da 24 a 18 anni di reclusione

    VITERBO – La tragica uccisione di Salvatore Bramucci, avvenuta il 7 agosto 2022, scuote ancora profondamente la comunità di Soriano nel Cimino e si trova ora al centro di un processo presso la Corte d’Assise del tribunale di Viterbo.

    Sei persone sono accusate di omicidio pluriaggravato in concorso, mentre la settima, per la quale è stato disposto il giudizio immediato, è in attesa di processo. Le pene richieste dal pubblico ministero Massimiliano Siddi sono severe, con quattro ergastoli e altre condanne che testimoniano la gravità del reato.

    I fatti

    La vittima, Salvatore Bramucci, 58 anni, un pregiudicato con precedenti per usura ed estorsione, è stata assassinata in un agguato mortale alle 8:20 di una tranquilla domenica mattina. Era appena salito in auto per lasciare la sua abitazione, situata in una zona rurale tra le località Molinella e Sanguetta, quando un commando armato lo ha sorpreso e freddato a colpi di pistola.

    Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, dietro il brutale omicidio vi sarebbe un complotto familiare. La mente del piano sarebbe stata la moglie di Bramucci, Elisabetta Bacchio, 47 anni, che attualmente si trova in carcere a Civitavecchia.

    Sarebbe stata lei, spinta probabilmente da rancori personali e motivazioni economiche, a ideare l’assassinio, orchestrandolo con la sorella Sabrina Bacchio, 50 anni, e il compagno di quest’ultima, Dan Costantin Pomirleanu, un 34enne residente a Guidonia. Il trio avrebbe quindi reclutato un gruppo di sicari tramite legami con la criminalità di Ponte di Nona, un quartiere alla periferia di Roma.

    Il commando e i ruoli

    I sicari ingaggiati per l’omicidio sarebbero stati Tonino Bacci e Lucio La Pietra, entrambi cinquantenni. Alessio Pizzuti, un altro uomo del gruppo, avrebbe dovuto partecipare direttamente all’agguato, ma il suo ruolo è stato riassegnato al macedone Ismail Memeti, 56 anni, poco prima del delitto. Memeti avrebbe avuto un compito cruciale: guidare una delle due vetture utilizzate per l’agguato.

    Memeti è stato arrestato il 1° novembre 2023, dopo che la Cassazione ha dato il via libera alla misura di custodia cautelare richiesta dal pm. Tuttavia, la sua posizione è stata stralciata, e sarà giudicato separatamente con un giudizio immediato.

    Le richieste di condanna

    Per Elisabetta Bacchio, la sorella Sabrina, Pomirleanu e Tonino Bacci il pm ha chiesto la pena dell’ergastolo. Le prove a carico degli imputati includono intercettazioni, testimonianze e dettagli sulla pianificazione meticolosa del delitto, che si ritiene sia stato organizzato con fredda determinazione e senza esitazioni.

    Lucio La Pietra, considerato uno degli esecutori materiali, rischia una condanna a 24 anni di carcere. Per Alessio Pizzuti, il killer mancato, la richiesta è di 18 anni di reclusione.

    La natura del reato, definito particolarmente crudele, e il coinvolgimento di più persone con ruoli precisi – dalla pianificazione all’esecuzione – hanno portato l’accusa a inquadrare il caso come un omicidio pluriaggravato, aggravato ulteriormente dal coinvolgimento di un gruppo criminale.

    L’impatto sulla comunità e le parti civili

    L’omicidio ha profondamente scosso Soriano nel Cimino, una cittadina solitamente tranquilla, dove delitti di questa portata sono rari. Gli abitanti hanno espresso incredulità per la brutalità dell’agguato e il coinvolgimento di familiari così stretti della vittima.

    Nel processo si sono costituite parti civili due persone vicine a Bramucci: la figlia Mascia Bramucci, 37 anni, e il fratello Isolino Bramucci, 62 anni. Entrambi hanno chiesto giustizia per il tragico evento che ha sconvolto le loro vite.

    Un piano di morte meticoloso

    Gli inquirenti hanno ricostruito un quadro inquietante della pianificazione del delitto. Elisabetta Bacchio avrebbe agito con il supporto logistico e finanziario della sorella e di Pomirleanu, reclutando con cura i membri del gruppo criminale incaricato dell’omicidio. I sicari sarebbero partiti da Roma all’alba per compiere l’agguato, utilizzando due automobili.

    Un aspetto che emerge con forza è la sostituzione di Alessio Pizzuti con Ismail Memeti poco prima del delitto. Questo cambio di ruolo, motivato forse da ragioni organizzative o personali, aggiunge un ulteriore elemento di complessità alla vicenda.

    Prossime tappe del processo

    Con l’apertura del dibattimento, si preannuncia un processo lungo e articolato, in cui la Corte d’Assise dovrà esaminare un vasto numero di prove e testimonianze. L’accusa punta a dimostrare l’intera catena di responsabilità, dal mandante agli esecutori materiali, per assicurare una punizione esemplare ai colpevoli.

    Intanto, la comunità di Soriano nel Cimino segue con attenzione gli sviluppi del caso, mentre il ricordo della mattina del 7 agosto 2022 rimane indelebile nella memoria collettiva. L’omicidio di Salvatore Bramucci rappresenta non solo un tragico episodio di cronaca nera, ma anche un monito su come il crimine possa insinuarsi nelle vite delle persone più vicine.