di Marco Gubetti
CIVITAVECCHIA – Dalla prossima primavera la Hydrogen Valley di Civitavecchia sarà operativa. A dare l’annuncio questa mattina in una affollata conferenza stampa è stato il presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno Centro settentrionale, Pino Musolino, che nella bontà del progetto europeo Life3H ha creduto sin dal primo momento. “Si tratta di un piano di grande ambizione – ha spiegato il numero di Molo Vespucci -, che potrebbe far diventare Civitavecchia e il suo porto un vero e proprio benchmark per il resto d’Italia e d’Europa. Ai finanziamenti ottenuti con il Pnrr (8,7 milioni di euro), ai fondi del Ministero dei Trasporti e ai Fondi strutturali, siamo stati bravi ad aggiungere anche altri importanti contributi di privati che abbiamo convinto a essere nostri partner in questo progetto-pilota”. Il cronoprogramma (che fino a oggi è stato pienamente rispettato) prevede che all’inizio della prossima primavera sia attiva una vera e propria fabbrica di idrogeno all’interno del porto. Il gas sarà preso dalle industrie locali che, attraverso i processi chimici necessari alle loro produzioni, emettono grandi quantità di idrogeno in eccesso che oggi viene semplicemente buttato, bruciandolo. Invece di essere disperso, quello stesso idrogeno verrà recuperato e lavorato per diventare il propellente dei motori ibridi a idrogeno dei sei bus (lunghi otto metri e con una capienza fino a 48 passeggeri) che la Port Mobility metterà a disposizione di Life3H e che serviranno per il trasporto delle persone all’interno dello scalo civitavecchiese. L’obiettivo è quello di arrivare a produrre circa 200 tonnellate all’anno di idrogeno verde per la mobilità entro il 2026. Si tratta di una sperimentazione, ovvero di una scommessa e dunque, come tale, rischiosa, ma se fosse vinta la città avrebbe un’aria meno inquinata e potrebbe diventare un punto di riferimento e un modello per tutte quelle realtà che vorranno convertirsi all’idrogeno negli anni a venire.