di Simona Tenentini
CIVITA CASTELLANA – Un nuovo momento di spiccata levatura culturale si è tenuto, sabato scorso, a Civita Castellana.
La Sala Conferenze della Curia vescovile ha infatti ospitato l’annuale convegno nazionale organizzato dall’associazione Giorgio La Pira, con il patrocinio della Fondazione “Giorgio La Pira”, dell’Accademia di studi storici “Aldo Moro”, dell’Archivio storico Flamigni, della Provincia di Viterbo.
Al centro del dibattito, intitolato “Crisi del governo parlamentare e critica del premierato”, la riforma costituzionale proposta dal Governo, su cui si sono confrontati autorevoli esponenti della cultura a livello nazionale, accademici e costituzionalisti di rilievo.
Nel corso dell’incontro, aperto dai saluti di indirizzo e dall’introduzione di Emilio Corteselli, presidente dell’associazione culturale nazione “Giorgio La Pira”, si sono succedute le relazioni del prof. Giovanni Bianco, dell’ Università di Sassari, presidente del comitato scientifico dell’associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira” su “Parlamento, maggioranze e minoranze”, della prof.ssa Giovanna Montella, dell’Università di Roma “La Sapienza”, su “Repubblica democratica, scrittura della Costituzione e critica del premierato”, del prof. Aurelio Rizzacasa, dell’Università di Perugia, con “La Costituzione italiana: problemi “de iure condendo” e, in collegamento da remoto, del prof. Giulio Conticelli dell’ Università di Firenze e della Fondazione “Giorgio La Pira” su “Cultura costituzionale fiorentina sul principio di unità del nuovo ordinamento repubblicano e sulla centralità del Parlamento” , del prof. Matteo Cosulich, Università di Trento, sul “Ruolo del Parlamento nell’età dell’ iperpresidenzialismo”, del prof.Alexander Hobel, dell’Università di Sassari, sul “Ruolo del Parlamento nella storia della Repubblica democratica”.
Sul tavolo, che ha proposto un’analisi critica della riforma costituzionale auspicata dalla maggioranza politica al governo, molteplici aspetti inerenti le origini storico-culturali dell’attuale ordinamento costituzionale, con particolare attenzione all’assetto della forma di governo parlamentare ed alla sua crisi, agli equilibri tra i supremi poteri dello Stato.
Come ha specificato il prof. Bianco all’inizio: “Il convegno, apparentemente legato all’attuale momento storico, intende fornire, in realtà, un momento di confronto sullo stato di salute della nostra società democratica alla luce di un governo ultraconservatore ed in contrasto con lo spirito della Costituzione”
A seguire un’analisi storica del concetto di Stato, sui principi machiavelliani di “un organismo suscettibile di cambiamento, concezione supportata anche dal filosofo Geremy Bentham secondo cui la forma di stato è soggetta a crisi.
La forma emblematica è quella inglese, caratterizzata dalla democrazia rappresentativa e dal dualismo tra maggioranza ed opposizione, in un ordinamento retto da convenzioni e regole non scritte.
Il Parlamento, nella democrazia parlamentare, è il luogo principale di indirizzo politico e si basa sulla ripartizione di poteri e, in un Governo parlamentare, il sistema di garanzia previsto dalla Costituzione è rappresentato dal voto di sfiducia ed dal contropotere del popolo insito nel referendum.
In sostanza, secondo l’art. 95 Cost. il presidente del consiglio è un primus inter pares che deve garantire l’ indirizzo politico e, parlando di riforme, non si può non tenere conto della centralità del Parlamento e della dialettica tra maggioranza e minoranza, escludendo dunque qualsiasi forma di modifica realizzata esclusivamente “a colpi di maggioranza”.