VITERBO – In occasione della giornata mondiale contro l’Aids, che ogni anno si è celebrato tradizionalmente nella data del primo dicembre, la Asl di Viterbo, attraverso l’unità operativa di Malattie infettive, diretta da Stefania Farinelli, è presente sul territorio della Tuscia con diverse iniziative.
Tra queste, un evento formativo, “U = U Che film ti sei fatto?”, curato da Giovanna Picchi e in programma giovedì 5 dicembre presso la sala riunioni dell’ospedale Belcolle, nel corso del quale si svolgerà un focus specifico sul rischio biologico, sul counselling e sullo stigma in Hiv e Aids, e lo spettacolo teatrale “La sveglia delle 15”, scritto e interpretato da Simonetta Musitano, con regia di Danilo Caiano, che andrà in scena venerdì 6 dicembre, alle ore 21, presso il teatro San Leonardo a Viterbo. Al termine del lavoro teatrale, si svolgerà un dibattito a cura dell’unità operativa di Malattie infettive e del Dipartimento salute di Arcigay Viterbo.
Giovedì 28 novembre, inoltre, il personale infermieristico e medico delle Malattie infettive, Centro di riferimento, ha partecipato con l’associazione L’Altro Circolo e con la Croce Rossa Italiana a una iniziativa realizzata attraverso un camper appositamente attrezzato per offrire gratuitamente consulenza specialistica sull’infezione da Hiv e le malattie sessualmente trasmesse (MST) e la possibilità di sottoporsi a test Anti-Hiv.
Infine, come da tradizione, il servizio viterbese ha pubblicato, e condiviso sul portale aziendale della Asl di Viterbo, il ventiseiesimo bollettino epidemiologico di Sorveglianza e controllo delle infezioni da Hiv e dell’Aids a Viterbo e provincia, realizzato dagli specialisti aziendali. Nello specifico, da Stefano Aviani Barbacci.
“La nostra popolazione – si legge nel bollettino – convive da molti anni con un’infezione ancora endemica di cui poco si parla: l’infezione da HIV, alla quale sono da attribuirsi, negli ultimi anni, una media di 16 nuovi casi per anno tra i soli residenti nella nostra provincia. Nel corso del 2023 sono stati 14 i nuovi casi di infezione diagnosticati, con 12 uomini e 2 donne, tra questi 6 cittadini stranieri e 4 soggetti con evidenza clinica di Aids conclamato”.
I servizi preposti seguono a Viterbo (con controlli periodici specialistici, prelievi ematici, dispensazione di terapie antiretrovirali) oltre 480 soggetti con infezione da Hiv, parte dei quali con una diagnosi di patologia Aids conclamata. Un numero che si è gradualmente incrementato con un raddoppio netto degli assistiti per Hiv/Aids a Viterbo tra il 2001 ed il 2023 e un conseguente maggiore impegno assistenziale richiesto nell’ambito infettivologico. Da circa un anno, inoltre, con la disponibilità di farmaci long-acting (ad azione prolungata), i servizi della Asl viterbese provvedono alla somministrazione dei nuovi farmaci per i quali è richiesta la modalità iniettiva.
“Come è ormai caratteristico dell’epidemiologia in un Paese di tipo occidentale – commenta Stefano Aviani Barbacci -, anche il dato italiano evidenzia una certa stabilizzazione del numero dei nuovi contagi, ma con uno spostamento ormai marcato del contagio dall’ambito della tossicodipendenza da eroina a quello dei rapporti sessuali e con un significativo numero di contagi tra omosessuali maschi, ciò nel contesto di una prevalente diffusione del virus Hiv nella popolazione maschile di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Nella popolazione residente a Viterbo, 4 contagi su 5 sono ormai da ascriversi a carico della popolazione maschile. Non così nella popolazione recentemente immigrata accolta nella nostra provincia, dove le donne rappresentano ancora il 40% dei contagi osservati riproducendo il modello epidemiologico tipico dei Paesi di provenienza”.
La precocità della diagnosi, da questo punto di vista, riveste una grande importanza, non solo perché consente di intervenire sul decorso della patologia, prima ancora che si manifestino i danni immunologici più gravi, ma anche perché un precoce ed efficace controllo della replicazione virale (una viremia Hiv non più rilevata nel sangue da conseguirsi con l’utilizzo degli appropriati farmaci antiretrovirali) riduce marcatamente o annulla l’infettività del soggetto. Una terapia precocemente e continuativamente assunta rappresenta, dunque, la più efficace risorsa anche per la riduzione del numero dei contagi da Hiv e delle correlate patologie.
“È un dato ormai acquisito – prosegue Giovanna Picchi – che, mantenendosi il soggetto infetto virosoppresso, ne risulta annullata la contagiosità (U=U). Di qui anche la possibilità di assumere, a determinate condizioni, la terapia antiretrovirale da parte di un soggetto sano (la cosiddetta PrEP) per evitare un possibile contagio in caso di esposizioni a rischio”.
“Resta, dunque, prioritario – conclude il direttore dell’unità operativa di Malattie infettive di Belcolle, Stefania Farinelli – l’accesso al test anti-Hiv che solo consente un inizio precoce della terapia. Nessuna circostanza di rischio potenziale di contagio dovrebbe essere sottovalutata (particolarmente rapporti sessuali occasionali, rapporti con partner di cui non è nota la condizione sierologica, più ancora se rapporti senza utilizzo di profilattico), è infatti un grave errore attendere i primi sintomi, i quali sono quasi sempre tardivi ed espressivi di un danno immunologico già avanzato”.
Il test Anti-Hiv resta uno strumento centrale nella lotta all’Aids, accessibile in forma riservata e gratuita anche direttamente presso gli ambulatori di Malattie infettive, Centro di riferimento dell’ospedale Belcolle di Viterbo (Blocco “D”, Piano “0”) dove può essere richiesto dall’interessato, senza necessità di prescrizione da parte del medico di medicina generale o di prenotazione, secondo il seguente orario: dal lunedì al venerdì, dalle ore 11,30 alle 13,30 (prelievo ematico, counselling pre e post-test) e il martedì e il giovedì, dalle ore 15 alle 16,30 (counselling post-test).