Piove sul bagnato in casa Roma. Piove grandine, grandine di dolore calcistico. Nonostante la prestazione, tosta e compatta per quanto potuto. Non è bastato. Alla fine la deviazione sul tiro di De Roon in piena ripresa scalfisce la resistenza di Ranieri all’Atalanta di Gasperini. E se la Dea comincia a vincere pure partite sporche come queste e trova continuità su campi così prestigiosi, allora dimostra di poter superare ogni esame quantomeno autunnale per candidarsi, anche lei e iscriversi, alla lotta Scudetto. Quella parola che a Zingonia osano solo sussurrare ma che poi alla fine non orbita in una galassia così remota anni luce. Fuori dal sistema solare una parola del genere invece chiaramente per il pianeta AS Roma, sconfitta due a zero pure lunedì sera e colpita, pensate addirittura quanto possa piovere sul bagnato in casa giallorossa, pure da Zaniolo: raddoppio al tramonto, maglia tolta e orecchioni sotto al settore ospiti nerazzurro, fischioni del provocato e ferito Olimpico. Tensione, tagliente per il due a zero finale atalantino. Ci pensa uno degli ex più contestati a far precipitare i giallorossi in classifica, adesso come stamani quindicesimi, a soli due punti dal Como e dalla zona retrocessione, specchio spettrale di un inizio di stagione horror, disastroso, tra follia su DDR e calcisticamente criminale transizione Juric. Ora Sir Claudio, che a livello di spirito ha dato continuità alla prestazione di Londra; senz’altro una Roma compatta e ordinata che sa star in campo, poi però arrivano inerzia e livelli che premiano una delle prime della classe e allora altra sconfitta. Dovbyk stremato e rimandato, impalpabile Dybala lontano dalla miglior condizione; un 352 che in ribaltamento offre poco, Sale e El Sha che entrano troppo tardi. Adesso Lecce, Como e Parma: dicembre per rialzare la testa, sterzare e riprendere una posizione quantomeno più dignitosa in campionato. Una delle stagioni più complicate e tecnicamente quasi drammatiche della storia recente giallorossa, 20 anni dopo quel 2004/05.