Dopo la sentenza della Cassazione che rende definitiva la condanna dell’ex prefetto di Pescara, il sopravvissuto “simbolo” della tragedia di Farindola presenta il suo libro (oggi a Rai 1 e venerdì a Monterotondo) e dice: “Ho paura che per gli altri responsabili arriverà la prescrizione”
MONTEROTONDO (RM) – Soddisfazione per la sentenza della Cassazione sulla catastrofe di Rigopiano è stata espressa nelle scorse ore da Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo, superstite “simbolo” del più grave disastro sulle nevi mai accaduto in Italia, l’ultimo a essere estratto vivo, ma con pesanti menomazioni, soprattutto agli arti, dal resort nel comune di Farindola, nel Pescarese, spazzato via, il 18 gennaio 2017, da una valanga sotto la quale sono morte 29 persone, tra cui sua moglie Valentina Cicioni. “La Suprema Corte ha confermato otto condanne, tra cui quella dell’allora prefetto di Pescara, Francesco Provolo – ha commentato Matrone -, ma soprattutto è significativo il fatto che abbia richiesto un processo d’appello bis per sei dirigenti della Regione che erano stati mandati assolti, ravvisando quindi profili di responsabilità nella tragedia dell’organo regionale che sin qui ne era uscito incomprensibilmente indenne. Alla fine potrebbero essere condannati una buona metà degli imputati, anche se mi rode il fatto che le eventuali e auspicate condanne non arriveranno in tempo per evitare la prescrizione”. Soddisfazione è stata espressa anche dall’avvocato di Matrone, Andrea Piccoli, e da Angelo Novelli, Area Manager per il Lazio di Studio3A (società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini) e consulente personale di Matrone, i quali tengono anche a sottolineare come il lavoro e l’impianto accusatorio della Procura di Pescara non solo abbia tenuto per quanto riguarda le responsabilità ascritte al prefetto, alla Provincia e in parte al sindaco di Farindola, ma sia stato anche completamente rivalutato per quanto concerne, appunto, la Regione. E proprio Matrone, questa sera, parteciperà alla trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa, su Rai Uno, per commentare insieme al grande giornalista la sentenza di ieri della Suprema Corte e per presentare il suo libro “L’ultimo sopravvissuto di Rigopiano: 62 ore sotto la neve”, uscito il 20 settembre scorso e pubblicato dalla Newton Compton Editor. Dopo l’appuntamento televisivo della serata, Giampaolo Matrone presenterà il volume anche nella sua città, Monterotondo: l’appuntamento è per venerdì prossimo, 6 dicembre, alle ore 17.30, nella sala consiliare del Comune (ingresso libero). Nel volume, in 180 fitte pagine, il pasticciere racconta l’inferno vissuto dal quel maledetto 18 gennaio 2017: la disperazione, la speranza, ma anche la rabbia, per le gravi lacune nei soccorsi, le omissioni, le carenze nella prevenzione del rischio slavine, persino per i “depistaggi” e per il fatto che, dopo quasi otto anni, non siano state ancora pienamente accertate e perseguite tutte le responsabilità di questa “catastrofe di Stato”. L’evento – che sarà moderato dalla giornalista di “Fanpage” Simona Berterame e introdotto dai saluti istituzionali del sindaco di Monterotondo, Riccardo Varone, e dell’assessore alla Cultura, Alessandra Clementini – si annuncia particolarmente denso di contenuti ed emozioni: interverranno, infatti, anche Rubino Da Paolis, l’operatore del Soccorso Alpino che ha salvato Matrone, il già citato Angelo Novelli, Area manager per il Lazio, responsabile della sede di Roma e consulente personale di Studio3A-Valore S.p.A. – la società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni che ha assistito Matrone in tutto l’iter giudiziario contribuendo anche alla pubblicazione del libro – e lo psicologo Federico Piccirilli, che ha aiutato il pasticciere di Monterotondo nel lungo e difficile percorso di “ritorno alla vita”.