L’autore su Meloni: “Non è di certo un fuoco di paglia, ma legno di quercia che durerà a lungo”
VITERBO – In una sala gremita, si è svolta ieri sera, all’Auditorium di Unindustria, la presentazione dell’ultimo libro di Italo Bocchino “Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra”.L’ex parlamentare, giornalista e scrittore ha spiegato, con cognizione di causa, come l’Italia, nei momenti più complicati della vita politica, viri a destra: “Alla fine il popolo si butta sempre dalla parte che sconfigge la sinistra”.
Lo scrittore ha così ripercorso le tre tappe fondamentali della Repubblica, dal 1948 con la vittoria della Dc, al 1992 con quella di Berlusconi, fino alla terza repubblica con la guida di Giorgia Meloni. sottolineando come la sinistra non sia mai riuscita ad imporsi con una sua figura.
La prima domanda posta dal giornalista Mediaset, Marco Baronti parte dal titolo.
Il perché della scelta è un simpatico siparietto raccontato da Bocchino. “Doveva titolarsi “Dovevamo essere il capriccio della storia”, frase più volta ripetuta dalla premier ai suoi avversari. Poi una sera mi sono confrontato con Giuseppe Cruciani, che con il suo impeto lo ha tranciato: “Che ca…di titolo è?”, vai più diretto e incisivo. Così è diventato “Perché l’Italia è di destra” a cui io ho aggiunto il sottotitolo “Contro le bugie della sinistra“.
E Bocchino non ha dubbi: “Il Melonismo è un fenomeno che durerà trent’anni, perché frutto di un percorso politico iniziato ottant’anni fa e scritto con i fatti. Un cammino per la vittoria fatto di umanità e resilienza che non è di certo un fuoco di paglia, ma legno di quercia che durerà a lungo. Accanto a lei c’è il popolo, dalle fasce più umili a salire, guai a toccargli Giorgia, come la chiamano loro, “una di noi”.
Una leadership che secondo l’autore non sarebbe messa in discussione.
“Tajani e Salvini hanno già avuto la loro stagione con altre percentuali. La leadership oggi non è contendibile, Meloni non ha bisogno di nuovi alleati. Ha dato stabilità alla politica economica, portando tutti gli indici in positivo, facendo meglio del macroeconomista Draghi. Il suo programma, la sua classe dirigente e la sua postura etica la porteranno a vincere ancora“.
250 pagine che l’autore consiglia alla sinistra “alcuni di loro, come Goffredo Bettini lo hanno divorato facendomi i complimenti“.
Poi un saluto a Viterbo, “con le percentuali che garantisce la città non potevo dire no a questo invito. Qui c’è la bella destra, militanza e rappresentanti istituzionali“.
All’incontro, moderato dal giornalista Mediaset, Marco Baronti, hanno preso parte il presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati, Mauro Rotelli; e la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna. In sala, anche i consiglieri regionali Daniele Sabatini e Giulio Zelli; oltre a numerosi sindaci e amministratori della provincia viterbese. L’iniziativa di ieri a Unindustria, ha anticipato l’apertura di Atreju 2024, da domani e fino al 15 dicembre al Circo Massimo, a Roma. Il motto della manifestazione giovanile, quest’anno, è “La via italiana”, per sottolineare la ritrovata centralità dell’Italia a livello europeo e mondiale.
B.F.