VITERBO – “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Recita così il Talmud di Babilonia e, questo detto, può essere la sintesi del Caminetto, svoltosi mercoledì 4 dicembre alla sede del Rotary club Viterbo, proposto dai soci Angela Grifa del consiglio direttivo e dal prefetto Paolo Cegna, con la relazione del Dott. Stefano Innocenzi, (medico dell’Ares 118 di Viterbo) per parlare di “Arresto cardiaco: dalla consapevolezza all’Azione!”.
A moderare l’incontro la presidente del Rotary club Viterbo Avv. Rosita Ponticiello. L’incontro è nato dalla consapevolezza che i dati epidemiologici ci mostrano una realtà allarmante: ogni minuto che passa senza intervento diminuisce le possibilità di sopravvivenza del 10%. Questo rende i tempi dell’arresto cardiaco un fattore critico. Il cittadino può diventare protagonista nel salvare vite. L’intervento precoce, supportato dall’uso del defibrillatore semiautomatico (DAE), può aumentare significativamente la sopravvivenza. Il Dott. Stefano Innocenzi ha spiegato come riconoscere i segni di un arresto cardiaco, le modalità per iniziare immediatamente il massaggio cardiaco e utilizzare un defibrillatore e informazioni sulle tempistiche d’intervento. “Il soggetto in arresto cardiaco – ha detto nel suo intervento il dottor Innocenzi – è incosciente che il suo cuore non batte. Se il sangue non arriva più al cervello ci sono i primi danni cerebrali e poi, se entro massimo 8-10 minuti non si interviene, la morte.
Se si agisce con tempestività il cuore può essere fatto ripartire, il cervello no”. Il dottor Innocenzi ha fatto una disamina generale sulla fenomenologia dell’arresto cardiaco in generale. “Gli eventi improvvisi – ha detto ancora il medico dell’Are 118 – sono per il 70% fuori dall’ospedale. Le speranze di vita sono il 2-3% dei casi e molto dipende dalla conoscenza dell’uso del massaggio cardiaco e del defibrillatore. I cittadini formati, nei Paesi anglosassoni, hanno portato al 30% di speranza di vita potenziale. A Chicago esiste un defibrillatore ogni 60 secondi a piedi”. Il tempo, quando si assiste a un arresto cardiaco, è quindi tutto. “Ogni minuto di ritardo sull’intervento – dice ancora il dottor Innocenzi – aumenta esponenzialmente la possibilità del decesso del soggetto. Il tempo medio d’intervento dei sanitari del 118 è di 18 minuti, mentre chi viene colpito da arresto cardiaco, se non si interviene, ha massimo 10 minuti prima di morire. Serve necessariamente che qualcuno effettui il massaggio cardiaco prima dell’arrivo dell’ambulanza per l’eventuale uso del defibrillatore. Chi interviene non deve avere paura a effettuare il massaggio cardiaco con compressioni di almeno 5 centimetri per due volte al secondo e, ogni 30 secondi, con l’effettuazione della respirazione diretta. Il massaggio permette l’ossigenazione del cervello, mentre il defibrillatore serve per fare ripartire il cuore.
Le due azioni si integrano”. Nel corso della sua relazione il dottor Innocenzi ha chiarito che manca una mappatura puntuale dei defibrillatori a Viterbo ma si sta lavorando per un’App specifica che li monitori. “Esiste una legge del 2001 – ha aggiunto Innocenzi – che disciplina l’uso del defibrillatore. Il vero cambiamento è, però, nella formazione a scuola, come prevede l’Organizzazione mondiale della sanità”.
La formazione è fondamentale e, i defibrillatori, parlano e dicono in ogni fase, con una voce, ciò che si deve fare: effettua in automatico l’elettrocardiogramma e si sa subito se serve l’elettroshock o meno”.
Il corso per l’utilizzo del defibrillatore dure 5-6 ore e va rinnovato ogni 2 anni, la batteria di uno strumento dura circa 5 anni pari a 100-200 utilizzi. Nel 2015 il Rotary club Viterbo donò due defibrillatori al Cus e al Campo Scuola, a conferma dell’impegno diretto e continuo del Rotary per il prossimo.