Bastava vedere il volto, la faccia dei protagonisti nerazzurri, dal Gasp a tutti i calciatori, unico stesso mondo della loro famiglia come la tifoseria, per capire quanto e come, oggi, l’ambizione divora pure la dimensione che straordinariamente hanno saputo raggiungere in questo decennio senza precedenti nella storia atalantina, e non solo. Proprio oggi avevamo aperto sapendo che uno dei progetti più extraordinari e riusciti anno dopo anno non avrebbe tradito e così è stato. L’Atalanta non ha limiti. Non se li pone e non si nasconde più. Un club che fino a 10 anni fa faceva avanti indietro tra B e A oggi combatte costantemente i più forti d’Italia e d’Europa dopo aver vinto l’Europa League stessa. E stavolta a Bergamo ha rischiato di lasciarci le penne pure il Real di Ancelotti. Che alla fine vince tre a due castigando coi guizzi dei suoi campioni, un lampo a testa non un caso per i tre tenori Bellingham-Mbappé-Vinicius, arrivati nei momenti chiave del match, quelli in cui l’Atalanta sentiva l’odore del sangue e del colpaccio, quando sentiva tutto tranne che senso d’inferiorità. Una vittoria che serve più al Real che sblocca una situazione del macro girone di Champions altrimenti quasi critica, una sconfitta che significa ulteriore dose di dimensione e fiducia per una Dea che Gasp esalterà nel post gara: senza piangere e senza nascondersi, non ponendo limiti. Alla fine Retegui divora il gol che avrebbe completato il tre a tre tra tridenti: invece finisce due a tre Blancos, ma spettacolo puro e applausi scroscianti. Sabato la Dea già a Cagliari per allungare un primato che, anche stasera spiegato perché, in A non può più far notizia. E normalizzare tutto questo resta qualcosa di enorme. Normale come quel punto che la stessa Inter voleva strappare a Leverkusen: turnover e contenimento senza colpire o senza osare, alla fine l’inerzia premia volontà e qualità aspirine, uno a zero Leverkusen e sconfitta che invece in casa nerazzurra stona e non poco, perché rimette in discussione un piazzamento tra le prime otto. L’Inter dovrà sudarselo anche a gennaio.
Sport
10 Dicembre 2024
Champions. Rimpianti, un manifesto di dimensione: 3-2 Real e Dea sconfitta, sì, ma senza limiti