Pronostici rispettati. Il Real Madrid s’è laureato ancora una volta Campione del Mondo. Nella coppa che sostituisce il Mondiale per club FIFA, pronto all’evoluzione straordinaria e definitiva 2025, i Blancos si aggiudicano l’ultima competizione tra le vincenti delle massime competizioni per continenti della stagione precedente che per l’occasione ha tra l’altro ripreso un vecchio nome quale proprio Coppa Intercontinentale. E la alza ancora, ancora una volta e tanto per cambiare, Carlo Ancelotti. Perché se sarà a fine ciclo, se Florentino avrà già promesso la panchina a Xabi Alonso, lui semmai dovesse finire pur la sua e altrettanto straordinaria seconda avventura madridista lo farà come ha sempre fatto: vincendo, sollevando, trionfando. Un trofeo, l’ennesimo, che tra l’altro significa storia nella storia: adesso è Re Carlo il tecnico più vincente della storia madridista con quindici coppe sollevato sotto ogni cielo. Di Spagna, d’Europa e del Mondo. Superato persino il leggendario Miguel Munoz. Una partita che presentava un Real direttamente in finale secondo format affrontante chi veniva dalle qualificazioni precedenti, il sorprendente Pachuca, i messicani che dopo aver vinto la loro coppa per club Concacaf nel percorso sono stati in grado di buttar fuori il Botafogo (campioni Libertadores) prima e gli egiziani dell’Al-Ahly poi, campioni d’Africa. I messicani, una volta conquistato quel sogno Real, in Qatar se la sono voluta godere, giocandosela, senza nulla da perdere e soprattutto senza timore, fieri del percorso realizzato per arrivare fino alla finalissima. Ma chiaramente il Madrid è il Madrid e non sbaglia mai questo tipo di gare e, dopo aver fatto sfogare il Pachuca, colpisce come sempre coi suoi straordinari tenori. Ancelotti ha voluto stavolta consegnare ai lussuosi palati mediorientali tutte le sue frecce offensive: stavolta poker, con Rodrygo assieme ai soliti Bellingham, Vinicius e Mbappè. E proprio il recuperato asso francese, storia nella storia nell’impianto della finale dei Mondiali 2022 dove timbrò la planetaria tripletta, sblocca l’incontro; raddoppia Rodrygo con uno splendido destro a giro, chiude Vinicius su rigore al tramonto fissando il tre a zero finale che fa partire la festa Madridista. Una gara particolare, vissuta in un paradossale silenzio assordante mediorientale: pochissimi messicani, pochissimi spagnoli, pochissimi cori. Ben poco trasporto emotivo e canoro dalle tribune: nel silenzio, forse unico neo stonato ma preventivabile, il Real si laureò dunque per la nona volta campione del Mondo.
Sport
18 Dicembre 2024
Intercontinale, impeccabile Real: 3-0 al Pachuca, Ancelotti campione del Mondo