ORTE – Riceviamo e pubblichiamo – La vita del pendolare è diventata impossibile.
Si parla di incentivare l’uso dei mezzi pubblici, si parla di favorire gli spostamenti a basso impatto ambientale, si parla, si parla, si parla. Ma i fatti dicono cose diverse dalle parole.
Si parla di sicurezza e poi si fanno viaggiare le persone ammassate su alcuni treni e in parallelo si fanno viaggiare treni vuoti, che non vengono fatti fermare a Orte perché pagati dalla Regione Umbria.
I fatti dicono altro, i fatti dicono che il pendolare deve essere umiliato.
Quasi ogni mattina ci sono ritardi che oscillano tra mezz’ora e un’ora, che sono difficili da giustificare al lavoro. Pensate agli insegnanti che si trovano con le classi scoperte, a tutti i lavoratori che hanno appuntamenti, riunioni, agli avvocati che hanno udienza, agli studenti che hanno esami all’università, ai malati che hanno visite programmate, a chi deve prendere un aereo o a chi deve partecipare ad un concorso.
Il viaggio in treno è diventato una vera e propria Via Crucis, che la maggior parte delle volte prende il nome di Via Convenzionale (guai a chiamarla Linea Lenta).
Ormai sono anni che nessuna fascia oraria è meno interessata da forti ritardi, si annoverano disservizi e disagi indistintamente in tutti gli orari.
E ora, come ciliegina sulla torta e come augurio di buon anno da parte delle ferrovie, riceviamo l’annuncio dei lavori sulla direttissima tra Orte e Roma e la conseguente rimodulazione degli orari per ben due mesi a partire dal 7 gennaio. Rimodulazione significa che alcuni treni scompaiono ed altri sono instradati sulla linea convenzionale con tempi di percorrenza indefiniti che, oltre al disagio, alimentano il malessere e il malcontento dei poveri pendolari. La vita lavorativa e universitaria del pendolare non sono rimodulabili e dal prossimo 7 gennaio, per 2 mesi, avremmo delle pesanti ricadute anche sulle nostre vite private.
Alla luce di quanto sopportato fino ad ora, è lapalissiana la circostanza che prendere il treno è una umiliazione. Ci sentiamo umiliati ogni volta che dobbiamo giustificarci con i responsabili, con i professori. Ogni volta che vediamo i tabelloni degli orari segnare l’ennesimo ritardo. Ogni volta che chiamiamo i nostri figli per dire loro che non potremo andare a prenderli o a vederli fare sport. Ci sentiamo umiliati ogni volta che veniamo sequestrati sui treni senza uno straccio di informazione sui ritardi. Ci sentiamo umiliati ogni volta che l’altoparlante si “scusa per il disagio”. Ci sentiamo umiliati ogni santo giorno quando sentiamo raccontare la favola di non usare l’automobile perché inquina.
Basta prenderci in giro! Basta umiliazioni!
Vogliamo urlare il nostro diritto di viaggiatore!
Pertanto chiediamo che le coincidenze tornino ad essere coincidenze, che ci siano almeno due treni al mattino e due nel pomeriggio in direttissima sia per Viterbo che per Firenze, che quando il treno è in ritardo il viaggiatore sia avvisato per tempo, che i treni da e per Chiusi/Orvieto fermino anche ad Attigliano e Alviano, che i treni da e per Foligno fermino anche ad Orte.
Chiediamo quanto prima di incontrare gli assessori ai trasporti di Umbria, Lazio e Toscana affinché ci “mettano la faccia” nelle promesse che fanno durante la propaganda elettorale ed ascoltino la “vera vita” di chi viaggia tutti i giorni con il treno ed, insieme, trovare una soluzione condivisa che tenga conto di tutti gli interessi, soprattutto alla luce delle modifiche alla circolazione a partire dal 7 gennaio.
Confidiamo nel fatto che si possa effettivamente migliorare dopo un lungo periodo di declino e di assenza totale.
Comitato pendolari Orte
Comitato pendolari Teverina (stazioni di Alviano, Attigliano e Sipicciano)