Gol, spettacolo, emozioni. E sorprese, soprattutto. Perché se la Premier è sempre Premier, ancor di più il suo Boxing è intrinsecamente ancor più Boxing. E quindi sorpresone, nell’imprevedibilità altro per l’appunto intrinseco connotato che colora il calderone del campionato da decenni più spettacolare al mondo. Se il successo serale del Liverpool che suggella e chiude un autunno straordinario da vera e propria capolista con rimonta tre a uno senza problemi sul piccolo Leicester, la notizia è quella che arriva dritta dritta da Stamford Bridge dove il lanciatissimo Chelsea stavolta, stanco e sulle gambe, rovina sul più bello il Natale ai suoi sostenitori: clamorosa ribalta e colpo Fulham nel West London Derby, stavolta non basta il solito infinito Palmer, al tramonto Wilson e Muniz rovesciano 1-2 e scrivono radiosa pagina di storia per i Cottagers, vittoria a Stamford Bridge per la prima volta pensate dal 1979. Stavolta a Maresca si lamenta una sorprendente assenza di contromosse e piano B; fa male perché fa male, ma resta una sconfitta che per quanto mediatica proprio coi fari del Boxing e per una classifica in cui l’appetito vien sempre più mangiando non deve minimamente scalfire quanto finalmente dopo anni di transizione si sta effettivamente costruendo. Per il Fulham pagina più bella dell’anno: splendida realtà di metà sinistra della classifica, talenti e contesto, bravissimo Marco Silva, tecnico portoghese di cui si parla sempre troppo poco ma che dopo tanti anni di Premier forse sì meriterebbe una prestigiosa chiamata. A proposito di tecnici portoghesi, che sta replicando quanto fatto ai Wolves a livelli ancor più alti come magico contesto Nottingham è NES, Nuno Espirito Santo, che s’è preso pure la sua personale rivincita con quel Tottenham che prima lo scelse poi lo scaricò dopo soli due mesi e continua a volare sempre più alto forte addirittura della quarta vittoria consecutiva: Forest momentaneamente terzo, battuti nella bollente nebbia del City Ground proprio desolanti Spurs, ancora sconfitti a testa bassa senza far più notizia. Undicesimo posto per Postecoglou che continua a giustificare la sua fantascientifica idea di calcio con assenze, calendario e infortuni, ripreso addirittura dal West Ham di un Lopetegui che fino a poche settimane fa sembrava sul lastrico: 1 a 0 martelli sulla Manica, decide sempre e solito Bowen, Southampton ultimissimo a quota sei lunghezze nonostante avvento Juric. Così come il Fulham precedentemente descritto chi sta facendo benissimo è senz’altro il Bournemouth di un altro tra gli emergenti sempre più quotati, Iraola, oggi però nonostante successi su successi contro le grandi stoppato dal Palace: Glasner alza il muro, le Eagles si portano a casa pari a reti inviolate e punticino d’oro in chiave salvezza. Un Boxing Day che narrava anche la sfide tra quelle che negli ultimi anni hanno minato con maggior potenza il regno delle Top 6, Newcastle e Villa, non a caso nelle ultime stagioni realtà Champions: tre a zero Magpies, solidità Howe, Isak tra gli attaccanti migliori e soprattutto completi del panorama internazionale. Definitiva consacrazione a livelli straordinari, ormai. Anche in questo caso e soprattutto questi punteggi definiscono Premier e Boxing Day: un Villa d’Emery uscito trionfante dalla vittoria sul City di qualche giorno fa, ma St James’ Park resta St James’ Park ed a questi livelli puoi incassare batosta dopo orgasmo e copertine. Quel che non fa più notizia, e forse fa notizia proprio il fatto che non faccia più notizia, è l’ennesimo stop del Manchester City, ancora all’Etihad stavolta dall’Everton: Pickford ipnotizza Haaland, stavolta almeno un pari, l’ennesimo strappato da vecchio stampo Sean Dyche dopo Chelsea e Arsenal, segno che certo tipo di dettami o connotati calcistici non tramontano mai. Senza gloria e corso degli eventi, il pomeriggio meno mediatico degli ultimi turbolenti mesi, in casa Guardiola. Fa quindi decisamente più rumore il tonfo dell’altra parte di Manchester, quella rossa, battuta ancora, quarta volta nelle ultime cinque in Premier per un inizio che ha fatto assaggiare eccome a Ruben Amorim la realtà United: ennesima espulsione di capitan Fernandes, fattore Molineaux, colpo salvezza Wolves e due a zero in piena ripresa sortito da un altro gol olimpico (direttamente su corner, come in casa Tottenham in Carabao) che condanna i Red Devils che restano inesorabilmente al quattordicesimo posto. Nel 2023 il Manchester United perse a dicembre ben cinque gare ufficiali, non succedeva dal 1933: quest’anno ha fatto il bis. Numeri che specchiano e descrivono connotati di storia recente del club. Quando si perde fanno sempre chiacchierare le scelte del tecnico, qualsiasi esso sia: Rashford, nome grosso, quarta tribuna consecutiva. Per i Wolves invece funziona eccome a quanto pare la scintilla della sorprendente scommessa Victor Pereira: col tris dello scontro diretto a Leicester sono sei punti su sei per il nuovo tecnico, scintilla a sterzar con forza nelle acque torbide, doppio salto dal penultimo al quartultimo posto in poche ore. Venerdì si chiuderà la 18° giornata, in un calendario sempre più contratto e forsennato, che premia spettacolo ma forza calciatori al limite: prima Brighton-Brentford, poi l’Arsenal senza Saka (ne avrà per diverse settimane) favoritissimo col piccolo Ipswich.
Sport
26 Dicembre 2024
Bridge e West London al Fulham, 45 anni dopo. Boxing Day 2025: marziano Isak, rullo Forest, Amorim assaggiò il suo Man U