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    Economia e Lavoro
    3 Gennaio 2025
    Blackout connessioni, Viterbo riscopre il valore del contante: “Giriamo senza un euro in tasca, dobbiamo svegliarci”
    Commercianti, ristoratori, imprenditori e cittadini tornano a puntare sul contante: "I pagamenti con carta non possono essere l'unica soluzione, torniamo alle monete"

    VITERBO – “Il denaro non dorme mai”. Il celebre titolo del film “Wall Street” che vedeva protagonista il broker Gordon Gekko (Michael Douglas) ieri è tornato davvero in auge nel capoluogo della Tuscia che ha vissuto quasi un’intera giornata di blackout delle connessioni internet fisse e mobili, con inevitabili problemi a pos e pagamenti tramite carta e bancomat. Un giorno in cui il denaro, almeno quello digitale, ha dormito e pure della grossa.

    La giornata obbligata di “digital detox” ha fatto “sbottonare” molti commercianti, che hanno subito voluto sottolineare come l’importanza del denaro contate sia quantomai sentita anche nel 2025. Con persone impossibilitate a fare acquisti, anche nei centri commerciali e nei supermercati, con alcuni di questi che ieri avevano dovuto esibire cartelli con scritto “POS fuori uso”, l’incasso nella giornata del 2 gennaio 2025 è stata quantomai magra a Viterbo.

    “Se non funziona internet, noi commercianti non lavoriamo, purtroppo – ha sottolineato una commerciante del centro storico – Speriamo che le persone capiscano ora che girare con i contanti è ancora fondamentale, se si ferma internet oggigiorno molte persone non possono nemmeno comprare il pane”.

    Problemi anche per i ristoratori, che hanno registrato tanti problemi anche nei confronti dei turisti “sforniti” di moneta sonante. 

    “Molte persone vengono da fuori Viterbo e neanche 20 euro in tasca, fanno ride – dichiara un ristoratore – Se per caso devono mettere diesel e non gli funziona il pos nel serbatoio cosa ci mettono? La pipì?”

    Domande e considerazioni sposate da moltissimi cittadini, molti dei quali ancora legati al contante e molto meno avvezzi ai pagamenti tramite pos. In città, infatti, non è difficile trovare commercianti che espongono quotidianamente scritte “pos fuori servizio” o altre motivazioni per disincentivare l’uso di carte al posto di contante.

    “Il pos non può essere la soluzione, ieri ci è stato dimostrato – ci spiega un barista – va benissimo pagare con carte, smartwatch o smartphone, ma non possiamo essere schiavi della tecnologia. Ci sono molti paesi, anche tremendamente più avanzati di noi tecnologicamente, come il Giappone, dove il contante è ancora la modalità primaria di pagamento. Forse ci sarà un motivo”.

    Commenti ancora più trancianti da parte di altre persone, che nella giornata di ieri si sono visti quasi azzerare l’incasso. “Siamo abituati troppo male adesso tutti paghiamo con i bancomat – spiegano – è una cattiva abitudine, non abbiamo più moneta contante e questo è quello che ci succede quando non c’è linea stiamo tutti nella mer**”.

    Anche grandi catene, come in molti hanno riferito, ieri hanno avuto problemi di grave entità. E’ il caso di Mediaworld, in zona Garbini, dove il blocco dei pos per oltre mezza giornata ha fatto registrare una serie enorme di problematiche, vale lo stesso per i supermercati, dove ormai le persone pagano quasi totalmente tramite pos. “Molte persone hanno dovuto lasciare la spesa nelle case, causando rallentamenti e allungando le file – spiega un viterbese che ieri era a fare la spesa – è incredibile come siamo diventati schiavi della tecnologia, spero che la giornata di ieri faccia aprire gli occhi alle persone”.

    Tra le riflessioni, infine, è tornata alla carica anche quella che sottolinea come avere del denaro in tasca – e non solo delle carte – possa far rivalutare il valore dello stesso. “Pagare sempre con una carta non ti fa più rendere conto di quanto denaro possiedi veramente – spiega un altro cittadino – striscia la carta qui, striscia la carta là. Prosciughi il conto e neanche te ne rendi conto. Con i soldi in tasca, invece, sei consapevole subito di quanto stai spendendo perché vedi fisicamente i tuoi risparmi diminuire. Dobbiamo svegliarci”.

    “La protagonista dell’incivile e illegale vicenda non è nuova a condotte similari in quanto già nello scorso mese di aprile, in una differente località sempre in Comune di Rieti, era stata denunciata all’autorità giudiziaria dai Carabinieri Forestale perché trovata in possesso di ulteriori 39 cani sottoposti a condizioni lesive del loro benessere”, si legge in una nota.  I Carabinieri Forestale sono impegnati nella “tutela degli animali, anche d’affezione” per “scongiurare e contrastare la commissione di reati in loro danno”.