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    Sport
    6 Gennaio 2025
    La folle notte Saudita, epocale rimonta extra lusso: effetto Conceicao, Milan supercampione d’Italia

    Uno spot per il calcio italiano. L’ennesimo della stagione. E che spot. L’Italia ne esce alla grande dalla Supercoppa extralusso teletrasportata in Arabia. Il Milan ancora meglio. L’Inter con un boccone stavolta amarissimo da digerire. Che non macchia alcun percorso, d’altronde non si può vincer sempre, ma perdere un altro derby così fa malissimo. A tutto l’ambiente. Perché sfuma una coppa che sarebbe stata l’ennesima per Inzaghi e per tutto il mondo nerazzurro, ribaltati per cuore e magia dal nuovo Milan di Conceicao, che quantomeno soltanto a livello di derby bissa in questo caso tre a due in epocale rimonta quello firmato Gabbia ad inizio stagione e s’aggiudica una competizione in cui premesse alla vigilia tra tutte le quattro pretendenti partiva totalmente sfavorita. La magia di questo sport e quel nome Milan che riecheggia e imprime la sua storia pure in Medio Oriente. Nove anni dopo quella rigorata con la Juve i rossoneri tornano supercampioni d’Italia pur senza aver vinto alcun trofeo domestico la stagione precedente. Conceicao inizia col botto ed entra immediatamente nel cuore del folklore rossonero, conquistando già una bella fetta di popolo. La redenzione, quantomeno in Arabia, dei contestati Cardinale, Ibra, Furlani e Moncada. Ed è l’epilogo quello più clamoroso da narrare. E che rende quanto accaduto e ammirato straordinario e strabiliante tanto di teletrasportarci ancora dritti dritti in apertura d’articolo. Lo spot. Il clamore. Gli occhi attoniti interisti, estasiati milanisti e quelli che accompagnano la bocca aperta dei tifosi sauditi e quelli di tutto il mondo incollato al teleschermo. Già perché dopo un primo tempo equilibrato, più Inter che Milan nonostante l’infortunio dell’ex rovente Calha, l’Inter come le grandi colpisce a fine primo tempo quando si sblocca Lautaro; la ripresa è proprio da Inzaghi re di Coppa, pronti via e primo gol nerazzurro di Taremi, splendido movimento, uno due terribile che ucciderebbe il Milan. In questo caso il condizionale ‘è d’obbligo perché rientra classe, storia e garra Conceicao, forse la differenza col Milan di Fonseca. Un Milan che torna spogliatoio e nonostante una doppia mazzata a freddo che avrebbe potuto ammazzare chiunque trova la punizione del riscatto di Theo che riapre tutto. E da lì risorge. Perché sorge un’altra partita. Il Milan attacca, spinge, vivo, vivissimo, indiavolato come il suo stemma e il suo simbolo. E allora dopo tante occasioni e salvataggi sulla linea, con l’ingresso del finalmente ritrovato Leao che cambia ritmo e musica alimentando potenza offensiva, alla fine sforzi premiati: diagonale del solito Pulisic, in Italia ormai asso definitivamente maturato, a questi livelli fa differenza pur quando palla scotta, come i grandissimi. Tutto in parità ed Inter tramortita. Gli spalti non vorrebbero mai arrivar al fischio finale, rigorata tremendamente all’orizzonte, ma i rossoneri non demordono, insistono e spingono. Entra pure Abraham, ennesimo cambio di Conceicao decisivo: all’ultimo respiro affondo finale, cioccolatino di Leao, Tammy deposita a porta vuota. Inter sbigottita. Tramortita. Triplice fischio e tripudio rossonero. Delirio. Mucchio. Esulta sfebbrato Conceicao, tra i protagonisti assoluti. S’è preso il Milan. Il Milan s’è preso la Supercoppa. Il Milan s’è preso pure il Medio Oriente.