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    Economia e Lavoro, Politica
    6 Gennaio 2025
    Phase out a Civitavecchia, Petrelli (Lista Buon Governo): “Arriva uno tsunami: confrontiamoci per affrontare crisi”

    CIVITAVECCHIA – Ormai a Civitavecchia è cominciato il conto alla rovescia che porterà alla chiusura della centrale Enel e al cosiddetto phase out. Eppure, al momento una strada da percorrere per l’uscita dal carbone ancora non  c’è. In città la preoccupazione per quello che potrà essere il futuro economico e soprattutto occupazionale continua  montare. A farsene carico, tra gli altri, c’è anche il leader della lista civica “Il Buon Governo”, Vittorio Petrelli, che, nei giorni scorsi, ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere una lettera aperta sull’argomento indirizzata all’Amministrazione comunale e a tutti i consiglieri comunali del Pincio. “A pochi giorni dalla chiusura della centrale Enel – si legge nella missiva di Petrelli -,  non sembra essere stata intrapresa ancora una strada che possa arginare le falle che questo evento porterà con sé. Come se non bastasse dobbiamo osservare che vivere a Civitavecchia costa sempre più caro. Da agosto i contribuenti civitavecchiesi, in considerazione che si è completato il passaggio ad ACEATO2 del servizio idrico, stanno percependo sulle loro tasche quanto sia aumentato il canone idrico, a ciò si deve aggiungere che l’addizionale IRPEF è stata ritoccata raggiungendo il massimo previsto per legge (0,80%) ed anche per la TARI nonostante sia tra le più costose d’Italia, c’è stato un ritocco all’insù, circa lo 0,7% e le prospettive non sono rosee in considerazione che un possibile finanziamento regionale che ci permetterebbe di abbattere i costi della raccolta porta porta per le estreme periferie rischia di rimanere inutilizzato. Mettiamoci pure che gli stessi utenti delle mense scolastiche hanno potuto ‘assaggiare’ quanto sia più salato il servizio. Con questo quadro desolante viene da chiedersi se non sia il caso di rendere conto della situazione alla cittadinanza e soprattutto se si vuole affrontare il dopo Enel, senza colpi di pancia ma finalmente con un’analisi attenta ed obiettiva. Se la maggioranza ha difficoltà a delineare una strada, allora si adottino queste scelte con la città, non solo con i partiti e con i movimenti ma anche con le forze economiche e quelle sindacali e con il cittadino della strada che vuole partecipare: insomma, con tutti coloro che hanno consapevolezza della situazione. Si era parlato di un Consiglio comunale aperto in cui affrontare i temi e soprattutto le proposte, ma nessuno ne parla più. Avevamo letto che c’erano sul tavolo cinque investitori a trasformare il sito energetico: perché non far conoscere nel dettaglio queste proposte? Se non si conosce, come si fa a fare una scelta? Quali sono le caratteristiche dell’impianto che propone la Myrechemical, e come si svilupperebbe al di là dei 700 milioni che sarebbe intenzionata ad investire sul sito di Torrevaldaliga nord? E sul progetto dell’automotive, perché deve necessariamente essere occupato l’ex Parco serbatoi abbattendo il Bosco, quando invece ci sono aree attigue libere che potrebbero soddisfare quell’esigenza (tra l’atro a costi più ridotti nell’acquisizione dell’area)?” “Anche l’offshore – continua Petrelli più avanti nella sua lettera – non sembra partire, perché in mancanza di incentivi l’energia eolica non richiama investimenti, purtroppo anche i segnali che a livello internazionale arrivano sull’automotive sconsigliano fortemente di affidare le speranze di occupazione a progetti di movimentazione delle vetture. Se non si intavola un confronto tutti insieme, difficilmente potremo superare questo tsunami: la situazione è talmente critica che non possiamo partire da posizioni precostituite, non si può più ragionare con la pancia se vogliamo superare questa profonda crisi in cui ci siamo incanalati. Ed anche la stessa Enel possiamo lasciarla andare via come se fosse un’azienda qualunque? Mi sembra strano che proprio chi non ha mai risparmiato critiche feroci al colosso energetico, oggi la lasci andare senza coinvolgerla in qualche obiettivo, in qualche strategia, senza chiamarla alle sue responsabilità. Noi, del Buon Governo ci siamo a fornire il nostro contributo ed a prenderci le responsabilità di scelte che vadano nell’interesse della città”.