RIETI – “Il grande progetto di recupero dell’ex ospedale civile, unitamente alla chiesa di Sant’Antonio Abate, è un sogno che finalmente si realizza e che dimostra che la tenacia e la collaborazione tra amministrazioni e cittadini può determinare risultati davvero storici.
Fino a pochi anni fa quello che sta accadendo oggi non sarebbe stato neanche immaginabile. Ora ci troviamo con un’importante opera di restauro della chiesa da parte della Soprintendenza e con un percorso di riqualificazione e recupero dell’ospedale civile che diventerà la sede universitaria più grande della città di Rieti.
Nel 2006, come cittadina ed insegnante, ho iniziato a battermi per il recupero di quel prestigioso angolo della nostra Città che ritenevo inspiegabilmente abbandonato. Nel corso degli anni, anche grazie all’ingresso nel Consiglio comunale nella precedente amministrazione, ho avviato un percorso insieme a tanti amici e associazioni. È iniziato così un processo di consapevolezza collettiva nel quale l’associazionismo, singoli cittadini e studenti hanno cooperato per rappresentare l’urgenza di recuperare un luogo di straordinaria importanza per l’intera comunità reatina.
Il suo abbandono era metafora di una città rassegnata e priva dell’ambizione di un futuro migliore. Oggi, allo stesso modo, diventa metafora di una Rieti finalmente pronta a nuove sfide, nuovi progetti, nuove generazioni. Il campus universitario che sorgerà all’ex ospedale civile rappresenta probabilmente il più grande successo di questi anni e la migliore speranza di un futuro più roseo per Rieti in grado di attrarre tanti giovani da tutta Italia e di garantire nuove occasioni di crescita, sviluppo e formazione.
Per questo motivo, a ridosso dell’avvio del cantiere, ritengo necessario e doveroso ringraziare il Gruppo Fai di Rieti, l’associazione Ri-attivati, l’associazione Domenico Petrini, che con tante iniziative hanno posto il problema culturale del riscatto di questo grande complesso nel centro cittadino. Dalla mobilitazione di tanti volontari, iniziata nel 2020, è nata quella consapevolezza che, già con la precedente amministrazione guidata dal sindaco Antonio Cicchetti, ottenne i primi interventi di abbattimento delle superfetazioni che ottundevano i corpi di fabbrica cinque-seicenteschi.
Alla risonanza mediatica delle tanti azioni di sensibilizzazione poste in essere, e penso in primis a quelle dei Luoghi del cuore del Fai, seguì la rinnovata attenzione da parte della Soprintendenza e poi della Regione Lazio. Un impegno continuato e ampliato fortemente dall’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Daniele Sinibaldi che, in piena sinergia con l’assessore regionale ai lavori pubblica Manuela Rinaldi, ha saputo raggiungere il risultato storico di un finanziamento di 9,5 milioni di euro per i lavori che stanno per partire e sta già lavorando per ottenere il resto dei fondi necessari al completamento dell’intero campus.
È un sogno che si avvera grazie a quello che forse è il primo e migliore esempio di rigenerazione che parte dal basso, dai cittadini e dalle associazioni che hanno collaborato e stimolato le istituzioni”.
Lo afferma l’assessora alla cultura Letizia Rosati.