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    Sport
    7 Gennaio 2025
    Tris in casa Wolves, NES corsaro al suo Molineaux: Epifania Premier, Nottingham Forest senza limiti

    Sono ore tutte rosse in Premier League. Perché nonostante la tempesta di neve che ha invaso l’Inghilterra dell’ovest e che quindi meteorologicamente suggerirebbe tinte bianche, i colori che dominano le prime pagine dei quotidiani sportivi britannici stamani son tutti Nottingham Forest. Un Forest inarrestabile, senza limiti, che supera settimana dopo settimana ogni test, ogni esame, ogni ostacolo. Sulla carta insidioso, sulla carta complicato, alla vigilia attirante pressione. Perché quel che sta facendo il Forest attrae curiosità, attenzione, pressione stessa. Che solidissimi, i ragazzi di NES acronimo di Nuno Espirito Santo, continuano a superare alla grande. Ogni settimana sembra quasi di rivivere la stessa storia di un decennio fa quando sempre in terre Midlands della favola Leicester i più scettici si esprimevano col più classico “tanto adesso si fermano, adesso si fermano”; stavolta è differente, stavolta la favola non può viaggiare da sola a vele spiegate, stavolta non parliamo di una capolista. L’altra, potente, rilanciata e poderosa, si chiama Liverpool. Che vola e resta chiaramente strafavorita. Ma intanto quasi in maniera novecentesca e rusticana si rinnova un duello di cavalleria fine anni settanta. Perché il Forest è lì, secondo, riacciuffato l’Arsenal. 46 punti ad Anfield, 40 tra Emirates e City Ground. Forte di un vento inarrestabile, forte di un dicembre che ha cambiato ed elevato alla potenza un autunno sorprendente e promettente. Le festività, quelle a cavallo tra Natale e Capodanno, hanno descritto e narrato la dimensione del Forest 24/25. Ne hanno cambiato l’ambizione. Adesso si fa sul serio, d’altronde non potrebbe esser altrimenti con sei vittorie consecutive. E su quali campi e contro quali avversari, soprattutto. Dopo i successi prestigiosi sulle due nobili decadute United e Tottenham, sono arrivati pure quelli su campi da Premier ostici, tosti, complicati, storici, come quelli a cavallo tra Goodison Park e Molineaux, come ieri sera. Nuno Espirito Santo tornava a casa, dove ha passato tanti anni, dove è stato amato, dove è cittadino onorario, nella sua Wolverhampton. Stavolta con un progetto che sta proiettando a vette ancor più alte. E con lui l’ex Gibbs-White, fischiatissimo, che sblocca. E quindi le folate di Hudson-Odoi, iconografia di questo Forest fatto di gente di valore assoluto che andava soltanto contestualizzata e rilanciata, come lo stesso Chris Wood, ariete vecchio stampo, pesante, classe operaia in paradiso. Il Forest ne fa tre anche a Wolverhampton e vola sempre più in alto. Alla lunga, se il Man City torna a far il City e quel ricostruito Chelsea dimostra di saper superare questo piccolo e logistico periodo d’appannamento, sarà complicato entrare tra le prime quattro. Ma giocarsela non costa nulla. Senza voltarsi indietro, solo avanti. Perché quando fai narrare questi numeri sognare un ritorno in Champions non può più esser mistero o una chimera da sussurrare appena. Rendimento alla mano, tra fallimento Tottenham ed organici come Newcastle o Villa alle spalle, quel romantico ritorno novecentesco nelle acque che dipingono la meravigliosa tradizione del club in Coppa Campioni, non può esser più utopia, nemmeno fantascienza. Ma senza calcoli. Vivendo, sognando. Senza freni, senza limiti.