VITERBO – Un nuovo murales, orrendo e degradante, è comparso in Piazza della Repubblica, sul muro della ormai ex Banca d’Italia. Una serie di scritte sconnesse, fatte con una bomboletta, che sarebbero state dipinte nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.
Il murales non è ovviamente passato inosservato e le immagini sono state riprese dai cittadini, esterrefatti di come ormai l’educazione sia un qualcosa di “sorpassato” per molti giovani viterbesi. Il murales, per giunta, era passato inosservato fino a poche ore fa, forse “superato” in importanza dalla ritinteggiatura dell’ex Ospedale degli Infermi al Colle del Duomo.
Il fatto non ha mancato di scatenare l’indignazione degli abitanti e dei commercianti del centro storico. Tra loro c’è chi grida, per l’ennesima volta, alla necessità di ulteriori telecamere di sicurezza. Telecamere funzionanti, poiché quelle presenti non sembrano sempre sortire il dovuto effetto in casi come questo. Altri ancora, ribadiscono come sia necessario – ora più che mai – effettuare un cambio di rotta, poiché gli imbrattamenti di muri storici e case private, soprattutto in centro, sono all’ordine del giorno.
“Se non facciamo tutti un cambio di rotta gli sfascisti diventeranno i padroni delle nostre belle città – spiega un commerciante locale – Loro saranno sempre più convinti che potranno fare ciò che vogliono, continueranno a vandalizzare le nostre città (Viterbo non è un’eccezione), perché si sentono impuniti. Come reagire a questo malcostume? Applicare le leggi, se uno deturpa un monumento, ma anche una semplice facciata di qualsiasi casa privata, una volta individuato il colpevole, questo deve essere obbligato a ripristinare con i propri mezzi l’oggetto danneggiato. Per fare questo ci vuole la volontà da parte di tutti: istituzioni, forze dell’ordine e cittadini che hanno l’obbligo di denunciare quello che vedono, ma anche dei giudici che quasi sempre sono molto clementi con le pene quando devono giudicare un reato di danneggiamento”.