Incredibile quanto sta accadendo in queste ore a Goodison Park. Incredibile, o forse no. Sean Dyche, storicamente definito oltremanica il “Ginger Mourinho”, ginger come il color di capelli e tratti somatici rossastro e paragone al ben più famoso José per tipo di calcio vecchio stampo, non è più l’allenatore dell’Everton. Nel giorno dell’annuncio di Potter al West Ham, sesto cambio di rotta in Premier League. I Friedkin, a quanto pare, hanno colpito ancora. Premono metaforicamente il grilletto, senza pensarci due volte. E spesso e volentieri senza calibrare le conseguenza. Perchè Dyche è una garanzia di salvezze e solidità, un calcio di sofferenza nel tumulto ma, in una Premier e in una moda di contemporaneità che viaggia verso altre direzioni, comunque riesce sempre a portar la nave in porto, sempre. Ecco perché arrivò quasi due anni fa in un periodo storico di crisi economica del club e ciononostante, da buon vecchio marinaio, conquistò due salvezze consecutive, la prima quasi miracolosa. In anni complicatissimi di quella che resta un’istituzione, una delle due squadre di Liverpool, seguito e fanbase straordinari, così come il suo passato ricco di trofei e successi. Un club del popolo, un Dyche che in quel popolo Blues aveva fecondato. E anche quest’anno, per quanto inevitabilmente ancora immischiato nelle torbide acque, la roccaforte del suo Everton resiste: tre pari eroici, a cavallo tra Chelsea, Man City e soprattutto Arsenal. Prima della doppia sconfitta, incassata a cavallo tra Forest e Bournemouth, a questo punto evitabilmente fatale. Una nuova proprietà specialmente se americana appena insediata preme grilletto e cambia, figuriamoci i Friedkin. Col Peterborough in FA andranno in panca Leighton Baines e Seamus Coleman, loro storicamente ancor di più, istituzioni delle corsie di Goodison Park, da calciatori. Bandiere decennali. Nei prossimi giorni scopriremo il nome del nuovo allenatore. Presumibilmente cambio di direzione e scelta di un profilo di calcio più moderno, evoluto. Ma non è detto che possa immediatamente funzionare. Soprattutto a Goodison Park, in piena Premier, in piena lotta turbolenta. Sarà un colpo a sorpresa? Probabilmente, visto come i Friedkin hanno abituato giornalisti, tifosi e addetti ai lavori nella loro esperienza capitolina. Al nome di Mourinho, per una serie infinita di ragioni rapporto coi texani su tutti, non può corrispondere alcun fondamento plausibile.
Sport
9 Gennaio 2025
I Friedkin colpiscono ancora: clamoroso all’Everton, salta Sean Dyche