logo
    Scuola e Università
    10 Gennaio 2025
    Viterbo – Smembramento dell’IC Carmine, la sindaca dimostra ancora una volta di avere la memoria corta
    Solo pochi mesi fa la Provincia scelse di non esprimere alcuna preferenze sul dimensionamento, lasciando la patata bollente agli altri enti e lavandosene le mani delle conseguenze. Una "non scelta" votata anche dai "frontiniani" e dagli alleati di Frontini in Provincia (Forza Italia e PD)

    di Diego Galli

    VITERBO – Dopo le aspre parole di Chiara Frontini proferite ieri dalla riunione tra dirigenti, genitori e rappresentanti di istituto tenutasi presso l’IC Carmine, risulta ancora una volta evidente come la prima cittadina cerchi disperatamente di riconquistare consensi seminando zizzania e creando confusione tra gli elettori.

    Ancora una volta, infatti, la sindaca ha cercato di scaricare ogni responsabilità del ridimensionamento scolastico – che promette di “smembrare” la scuola viterbese, annullando la sua dirigenza – verso “la Regione Lazio a guida Fratelli d’Italia”, come da lei sottolineato anche via social urbi et orbi.

    E’ bene ricordare, tuttavia, che la Regione Lazio non è un’ente a guida esclusiva dei meloniani, bensì di una coalizione di centrodestra, votata democraticamente dal popolo, che vede tra le sue compagini anche Forza Italia. La stessa Forza Italia che la sindaca Frontini tiene a sé stretta, strettissima, nell’aula consiliare della Provincia di Viterbo, dove i suoi uomini e donne siedono tra i banchi della maggioranza e pendono dalle labbra del presidente forzista Alessandro Romoli e da quelle del vicepresidente Pietro Nocchi (PD).

    La stessa Forza Italia, per giunta, dell’assessore regionale all’Istruzione Giuseppe Schiboni, verso cui la Provincia (per firma di Romoli, Nocchi e dei Frontiniani) ha mosso guerra per far fronte alle “scellerate” decisioni di ridimensionamento, arrivando anche a ricorsi al Tar. Lo stesso Schiboni che venne ospitato in Provincia mesi e mesi fa, quando espose le scelte obbligate dettate da leggi che ormai sono ventennali e che vennero sommessamente accettate dai presenti.

    Una sorta di psicosi-politica, una vicenda ai limiti della schizofrenia che vede Forza Italia divisa su due fronti (quello dove è alleata di Governo e quello più “sui generis” e limitato al territorio viterbese, che la vede alleata dei democratici e dei “frontiniani”) e la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, continuamente impegnata a combattere contro dei mulini a vento.

    Per giunta, è bene ricordare che proprio la provincia, negli scorsi mesi, “scelse di non scegliere”. Ovvero, quando chiamata a esprimere un parere su quali scuole accorpare e ridimensionare, preferì non votare, lasciando direttamente la palla alla Regione, che – come da legge – optò di ridimensionare le scuole di Grotte Santo Stefano e Carmine, scalando nella graduatoria già stilata da tempo e redatta in base a parametri ben precisi. “Un male necessario”, terribile, ma che sottostà a un altro male ancor più tremendo: il continuo e tremendo spopolamento della Tuscia dovuto al tasso di natalità ormai ben sotto lo zero.

    Quello che nella riunione di ieri, la sindaca Chiara Frontini avrebbe dovuto spiegare ai genitori e insegnanti presenti, sarebbe quindi stato questo: il Comune di Viterbo, così come la maggioranza di Provincia ha scelto di non prendersi la responsabilità di scegliere quale scuola smembrare, così lo ha lasciato fare ad altri (magari, anche per avere qualcuno da attaccare politicamente). Una verità tremenda, ribadiamolo, ma che non deve nemmeno dare adito a false speranze poiché la legge e la situazione vigente appena descritta non può lasciare scampo.

    Come se non bastasse, la decisione di accorpare le scuole di Grotte e Carmine è giunta in seguito alla decisione obbligata presa da un apposito Osservatorio Tecnico, formato da sindacati, dall’associazione nazionale dei presidi e dalla Provincia, che ha votato all’unanimità per il ridimensionamento di Grotte e a maggioranza per quello del Carmine.

    Per chiudere la questione, dopo una doverosa ri-spiegazione della complicata vicenda, oggi strumentalizzata per l’ennesima volta, abbiamo interpellato telefonicamente il consigliere regionale Daniele Sabatini, capogruppo di Fratelli d’Italia, per dare una possibilità di replica alle nuove accuse mosse da Chiara Frontini al suo gruppo.

    “Quello del dimensionamento scolastico non è una cosa scelta da Fratelli d’Italia e, più in generale da questo Governo, bensì un piano iniziato negli anni 2000 – tiene a sottolineare Sabatini – Anzi, la legge Del Rio prevede che siano le Province, dopo aver interpellato i comuni, a comunicare alla Regione quali scuole ridimensionare. Nel 2021 (Governo Conte, ndr), per giunta, questo piano di dimensionamento venne ‘agganciato’ al PNRR. Questo si è tradotto nel fatto che se non vengono rispettati i numeri, la rata del PNRR non viene pagata. Non c’erano quindi altre soluzioni possibili, in assenza di delibere provenienti dalla Provincia”.

    Una sorta di cul-de-sac, non voluto, “ma ereditato dalle precedenti amministrazioni”. Un mantra che la sindaca di Viterbo dovrebbe ben conoscere, poiché è quasi sempre inserito nei suoi proclami. 

    “In alcuni ambiti – precisa infine Sabatini, in risposta alla prima cittadina – come la Salute e la Scuola, ci dovrebbe essere sempre un confronto corretto tra tutte le parti in gioco, anche se in opposizione tra loro. Servirebbe onestà intellettuale, un qualcosa che non ho assolutamente letto nelle dichiarazioni di Chiara Frontini. In questo caso, ancora una volta il Comune di Viterbo non si è assunto le sue responsabilità”.

    Cosa succederà ora? Probabilmente quello che è accaduto anche in altri casi: la maggioranza in Provincia cercherà di alzare effimere barricate, così come lo farà il Comune di Viterbo, cercando ancora una volta di addossare ad altri le colpe di una terribile, ma obbligata “selezione”.