Per quanto sorprenda e pensate di che tipo di campione e livelli stiamo parlando la sconfitta di un set dopo 29 vinti consecutivamente in tutti i suoi ultimi impegni ufficiali, la notizia di giornata emanata dall’orbita Jannik Sinner al resto del mondo del tennis non è certamente la vittoria sul giovane canguro Schoolkate al secondo turno degli Australian Open dove inizia il suo 2025 da campione in carica della competizione, bensì quanto per quel che sembra questo sarà l’ultimo anno sotto la gestione Cahill. L’allenatore, forse il più importante della sua carriera, se non quello che l’ha cresciuto (transizione da Piatti a Vagnozzi) senz’altro quello che l’ha esploso: lui, l’artefice dietro le quinte del 2024 di Jannik, che cambiato la sua storia e quella del tennis italiano. Con quel sorriso accennato, colto sul fatto e imbarazzato, Sinner dichiarerà ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria di stamattina che sì, se l’è lasciato sfuggire ma, anche se non nutre voglia di parlarne o quantomeno non lo considera momento adatto, ammette come Cahill gli abbia effettivamente comunicato la voglia di lasciare l’attività, circuito e Jannik alla fine della stagione solare 2025. Rispetto, enorme, per il suo allenatore. E quindi parole al miele, spera che in fondo possa ripensarci: “Abbiamo superato tante difficoltà insieme, mi ha dato tante cose a livello personale. Un anno è lungo, vediamo cosa succede. Darren è uno dei migliori coach della storia. Un anno è lungo, vediamo cosa succede”. Ha ragione Jannik. Ha comunicato al mondo una notizia che in privato aveva chiaramente già ricevuto e su cui avrà avuto tempo di riflettere, senz’altro metabolizzare. Ma poi la vita è adesso, soprattutto la sua. Non c’è tempo per fermarsi. Serve continuità e voglia costante di scrivere storia a livelli altissimi. Quel set di mentalità che ha dipinto i suoi successi e che si può dunque scorgere anche in queste circostanze, accadimenti. Testa al 2025, poi si vedrà.