MONTEFIASCONE – Ivano Marucci è stato eletto con voto unanime del nuovo consiglio direttivo, presidente della Cantina Sociale di Montefiascone.E’ lui a raccogliere l’eredità lasciata (con le dimissioni di fine anno) dall’uscente presidente ed ex direttore generale Mario Trapè.
Per quest’ultimo, 53 anni di legame indissolubile con la Cantina e con il mondo degli agricoltori che gli hanno permesso di poter diventare sindaco (anche in questo caso di lungo corso) della città di Montefiascone. Ieri pomeriggio assemblea dei soci convocata per eleggere il nuovo consiglio direttivo (anche questo dimissionario).
Con voto unanime, segno di una ritrovata e rafforzata armonia, sono stati eletti i nuovi 9 membri del consiglio: Pietro Carletti, Luca Cimarello, Fabio Francini, Emmanuele Giraldo, Mario Morincasa, Amanzio Manzi, Claudio Pecoroni, Giammarco Nevi e Ivano Marucci.
Subito dopo il voto assembleare si svolto il primo consiglio d’amministrazione dei nuovi eletti che hanno designato, sempre con voto unanime, Ivano Marucci presidente (foto Pietro Brigliozzi).
I lavori sono stati aperti dall’intervento dell’uscente Mario Trapè che, visibilmente commosso, ha ripercorso i 53 anni di vita trascorsi tra le mura di una Cantina Sociale diventata una seconda casa.
Raccontate le fasi salienti di questo mezzo secolo: dalla crescita della produzione del vino ai macchinari di ultima generazioni acquistati per l’imbottigliamento, distillazione ed etichettatura dei vari prodotti della Cantina.
Particolare passaggio sul riuscito accatastamento dei beni immobili. Problema risolto dopo decenni di difficoltà e irregolarità catastali che potevano compromettere parte delle strutture. Insomma si è voltata pagina. Ivano Marucci sarà all’altezza del compito assegnatogli? Probabilmente sì anche se le difficoltà che incontrerà da qui ai prossimi mesi ci diranno se la scelta fatta dal nuovo consiglio direttivo è stata quella giusta. Mario Trapè finalmente in pensione. Potrà riposarsi e dedicare più tempo alla sua salute personale e alla famiglia. L’abbraccio commosso con tutti i soci intervenuti all’assemblea hanno testimoniato che la “famiglia” dei produttori è presente, e nessuno si è tirato indietro nel ricompattare il gruppo.
