di Simona Tenentini
LATERA – “Qua, famo sta trombata”, “Io ci metto il piffero, e la piffera chi ce la mette?”
“Bella, senti un po’ che nasino gelato che c’hai…..’, c’hai il nasino gelato, bella dammi un pô un bacino, dammi un bacino, dammi un bacino”.
“Ahhh la mia patatina, sei la mia patatina tu é Non sei l’amore mio?… Come no, siii, vieni qua ti do un bel bacione adesso”.
“Allora famo nà cosa, domani ce sposamo, e dopo domani famo tre figli.
Va bene? Li chiamano Grazie, Grazziella e grazie al cazzo, li chiamano, ti piacciano come nomi?”
Sono solo alcune delle frasi aberranti, estrapolate dalle intercettazioni, con le quali Mirko Tosi, 36 anni, si rivolgeva ad un’ anziana ospite di Villa Daniela, la casa di riposo di Latera al centro della cronaca nazionale per gli efferati episodi di violenza che sono stati riscontrati.
Un crescendo quotidiano di insulti, epiteti e gesti gravissimi degenerati in veri e propri abusi sessuali immortalati in video inequivocabili:
“Quando lo famo l’amore… sussurra Tosi all’anziana, portando la mano in direzione del suo inguine” e, di fronte alle proteste della donna, mentre sta pulendo la stanza si ferma ai piedi del letto e dirige l’estremità del bastone della scopa dapprima verso il suo viso, poi in direzione del bacino ed infine tra le sue gambe, eseguendo dei movimenti con esso, avanti e indietro ripetutamente.”
Scene di inaudita violenza che hanno determinato per l’operatore l’accusa di violenza sessuale ai sensi dell’art.609 bis, con queste motivazioni, come si legge nel provvedimento a suo carico:
“L’operatore TOSI Mirko, in molteplici occasioni, ha tentato un approccio sessuale nei confronti di xxx anche utilizzando continuamente un linguaggio sessualmente esplicito e ponendo in essere comportamenti petulanti ed invasivi della sfera sessuale della stessa che in tutte le circostanze riscontrate era allettata e, in un’occasione, addirittura immobilizzata con i polsi legati al letto.
In un caso dopo aver chiesto le attenzioni della donna con espressioni tipo Ti tocco la topa e aver ricevuto i1 rifiuto dell’anziana, per due volte le ha comunque toccato la zona genitale con l’estremità del manico della scopa/lavapavimenti che in quel momento stava utilizzando per le pulizie della stanza.
In altre occasioni ha toccato con la mano la zona pubica dell’anziana nonostante questa, immediatamente prima, avesse manifestato un rifiuto alla richiesta dell’operatore di toccargli le zone intime.
In un’occasione, TOSI Mirko ha dedicato le sue attenzioni sessuali alla XXX più volte nel corso del turno di servizio e comunque in un arco temporale di sei ore circa, nel quale lo stesso operatore è entrato nella stanza della predetta anziana per ben dieci volte. In alcune di queste il TOSI non ha compiuto alcuna operazione connessa con l’attività lavorativa e le mansioni da operatore socio sanitario; in altre e entrato in stanza solamente per eseguire compiti elementari, che hanno avuto una durata di poche decine di secondi e che hanno costituito solamente il pretesto per “dedicarsi” alla XXX atteso che in quei frangenti non ha provveduto ai bisogni dell’ospite.In diverse circostanze, l’anziana si e opposta agli approcci sessuali dell’operatore sia verbalmente che fisicamente, ad esempio interponendo il suo braccio o chiudendo le gambe per impedire all’uomo di toccare le sue parti intime.
TOSI Mirko, per aver compiuto atti invasivi della sfera sessuale di XXX ospite della casa di riposo Villa Daniela di Latera, ove il predetto svolge la professione di assistenza agli anziani, consistiti sia in toccamenti repentini delle zone genitali ancorché non scoperte/esposte non contestualizzati in ambito di igiene o assistenza dell’ospite; tali gesti sono stati compiuti anche indirettamente, ad esempio utilìzzando un bastone, sia in un’attività di persuasione— ad esempio attraverso richieste di baci e abbracci e mediante riferimenti, espliciti ed insistenti alla sfera sessuale, il tutto abusando dello stato dì inferiorità fisica e psichica dell’anzìana, dovuto sia alla condizione patologica e funzionale di minorazione o deficienza sia alle carenze affettive in cui versava l’anziana, e talvolta con l’opposizione della vittima.”
Una situazione complessa e decisamente preoccupante per l’indagato. Il suo avvocato, Giovanni Labate, interpellato al riguardo stamattina davanti al Tribunale di Viterbo dove era in corso l’udienza di convalida, si è limitato a dire che sono accuse gravi ma che ancora ci sono circostanze da approfondire con la lettura degli atti processuali.