LATERA – In corso, in questo momento, presso il Tribunale di Viterbo, gli interrogatori di garanzia e la convalida dei provvedimenti adottati dalla Procura della Repubblica per i casi di violenza agli anziani nella casa di riposo Villa Daniela di Latera portati alla luce in questi giorni.
Gli avvocati della difesa hanno annunciato che i propri assistiti si avvarranno della facoltà di non rispondere.
La vicenda, con il passare delle ore, assume contorni sempre più inquietanti.
La rsa sotto i riflettori, che avrebbe dovuto offrire cure e serenità agli anziani si è trasformato in un incubo fatto di violenze, maltrattamenti e abusi.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri di Montefiascone, ha portato alla luce un quadro agghiacciante: botte, insulti, vessazioni e persino abusi sessuali da parte di alcuni operatori socio-sanitari (OSS) della struttura.
Le accuse: abusi e sevizie nei confronti degli anziani ospiti
Secondo quanto riportato dall’ordinanza di custodia cautelare della Procura della Repubblica di Viterbo, gli episodi di violenza si sono protratti per mesi, durante i quali le forze dell’ordine hanno raccolto prove schiaccianti, tra cui video e registrazioni. Sei operatori socio-sanitari sono stati iscritti nel registro degli indagati, tre dei quali si trovano ora in carcere: Mirko Tosi, accusato anche di violenza sessuale, Carmine Battiloro e Marinela Ciasar.
Gli altri tre sono stati sospesi dal lavoro per periodi variabili tra sei mesi e due anni. Tra gli episodi più raccapriccianti si evidenziano violenze sessuali perpetrate contro ospiti della struttura, come nel caso di un’anziana legata al letto e abusata con il manico di una scopa.
Gli OSS non si limitavano a insulti e minacce, ma infliggevano anche percosse fisiche, sbattendo gli anziani contro le barriere dei letti o colpendoli con schiaffi e cuscini.
Farmaci utilizzati per sedare gli anziani Non meno inquietante è il ricorso a metodi farmacologici per mantenere gli ospiti in uno stato di totale inerzia. Gli operatori somministravano Rivotril, un farmaco che, se non prescritto e utilizzato correttamente, può avere effetti debilitanti, rendendo gli anziani incapaci di lamentarsi o reagire.
Le frasi e le vessazioni documentate
«Bambolina mia, tirami un bacetto, ti tocco? Quando facciamo l’amore?»: queste sono solo alcune delle frasi pronunciate da uno degli indagati nei confronti di una delle vittime, che era diventata la sua preda prediletta. L’uomo, oltre agli abusi fisici, sottoponeva l’anziana a continue molestie verbali di natura sessuale, agendo spesso mentre la donna era immobilizzata e impossibilitata a reagire.
Non mancavano le minacce esplicite: «Perché non crepi? Al cimitero ti mando oggi», oppure «Se mi tiri un bacetto ti lascio stare». «Adesso ti lego al letto e ti lascio nuda così quando passa il negro ti stupra”. Questi atteggiamenti erano il pane quotidiano di Villa Daniela, un vero e proprio lager travestito da casa di riposo.