TUSCANIA – “Ogni giorno assistiamo, purtroppo, a episodi che evidenziano una crescente mancanza di rispetto per il prossimo. Commenti e atteggiamenti che talvolta degenerano in violenza, sia fisica che verbale, rappresentano un problema sociale che non possiamo più tollerare”. È il commento del sindaco Fabio Bartolacci dopo la comparsa, sui social, di un commento oltraggioso nei suoi confronti.
“Questa mattina – prosegue il primo cittadino -, ho ritenuto mio dovere presentare un esposto di denuncia-querela presso i Carabinieri nei confronti dell’amministratore di una pagina Facebook e di un altro soggetto. Il primo, per aver pubblicato, senza alcuna verifica o controllo, una frase del secondo, contenente contenuti oltraggiosi, minatori e di istigazione alla violenza nei miei confronti, in qualità di sindaco e, dunque, rappresentante istituzionale della comunità”.
Nella foto allegata al post compare chiaramente il commento destinato al primo cittadino: “Va giù e prendilo a stampellate in faccia”. Quest’ultimo è apparso in uno dei gruppi dedicati a Tuscania.
“Questo episodio deve servire da monito – conclude il sindaco -. Chiunque può esprimere liberamente il proprio pensiero, ma non può violare i diritti fondamentali di altre persone, né utilizzare i social network per diffondere contenuti offensivi, intimidatori o violenti. Le parole hanno un peso, e quando oltrepassano i limiti imposti dalla legge, si trasformano in strumenti pericolosi con gravi conseguenze per chi ne è vittima.
Ho deciso di intraprendere questa azione per tutelare non solo la mia persona, ma anche il rispetto delle istituzioni che rappresento e, soprattutto, per dare un segnale chiaro: non possiamo restare in silenzio. Il rispetto delle regole è un pilastro imprescindibile di ogni società civile.
Mi auguro che questo episodio possa aprire una riflessione più ampia su come utilizziamo i mezzi di comunicazione, in particolare i social network, ricordando che la libertà di espressione è un valore da difendere, ma mai a discapito della dignità e sicurezza altrui”.