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Vera Roma. Quella che sa scalare l’Europa del giovedì. Europa League della quale resta ormai un’istituzione, tale ne è diventata infatti negli ultimi. Tra cavalcate fino a Leverkusen o Budapest, l’ultima che ancora grida vendetta. La Roma non poteva sbagliare e non ha sbagliato: interpretazione perfetta contro una squadra che già viaggiava agevolmente verso le prime otto, un gol per tempo e due a zero secco all’Olimpico. Tensione sugli spalti, l’unica nota stonata di una serata vecchio stampo giallorossa. Una Roma spinta e determinata nel primo tempo: crea tanto, tantissimo, colpisce il legno con Mancini prima di passare con Angelino. Nella ripresa sapiente amministrazione, gestione, quella di una combo perfetta tra l’esperienza di Ranieri e quella di un team che sa perfettamente come interpretare questi momenti e queste gare. E allora Shomurodov che chissà nelle prossime ore potrà ancora salutare in prestito la Capitale ma che intanto chiude e archivia quel che ad inizio anno (annata che si sarebbe poi rivelata tormentatissima) rappresentava l’obiettivo minimo: giallorossi che chiudono quindicesimi, sarà playoff, saranno sedicesimi. E qui decolla il discorso: non tanto per le solite insidie o i soliti ostacoli che quantomeno narreranno i giallorossi affrontarli col ritorno in casa (magari Ferencvaros, 50% di chance di pescare un’altra istituzione come il Porto, invece), ma per chi può trovare eventualmente agli ottavi: o proprio Bilbao, destinazione naturale e massima dei sogni romanisti, o pensate clamorosamente derby. Dalla 15° alla 18° infatti sfoceranno nel lato della 1° e della 2° forza. La prima come noto è proprio la Lazio, stasera sconfitta uno a zero nell’amichevole della roccia, quella di Braga, una gara che sostanzialmente serviva a ben poco se non a consegnar minutaggio a chi fin qui ha giocato meno. Domani, venerdì 31 gennaio, sorteggio dei sedicesimi/playoff: prima Champions alle 12, poi Europa League ore 13.