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    13 Marzo 2025
    Ucraina, no del Cremlino alla tregua: “Serve soluzione duratura”

    (Adnkronos) – ”La Russia sta cercando una soluzione a lungo termine alla crisi ucraina”, una soluzione che ”tenga conto dei suoi interessi e delle sue preoccupazioni”. Lo ha spiegato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, sottolineando che il cessate il fuoco proposto dagli Stati Uniti, che Kiev ha accettato, darebbe solo all’Ucraina il tempo di riprendersi dalla pressione che la Russia sta esercitando sulle sue truppe. Citato dalle agenzie di stampa russe Ria Novosti e Tass, Ushakov ha poi affermato che ”nessuno ha bisogno di misure che imitino semplicemente le azioni di pace” in Ucraina.

    Ushakov, che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Mike Waltz, ha detto che la ”Russia spera che gli Stati Uniti prendano in considerazione le sue richieste”. Inoltre, ha precisato, ”l’adesione dell’Ucraina alla Nato non può essere discussa nel contesto della risoluzione della crisi”.

    I negoziatori americani, tra cui l’inviato speciale del presidente americano Donald Trump per il Medioriente, Steve Witkoff, si sono recati oggi a Mosca per discutere la tregua che Washington ha concordato con Kiev martedì a Gedda, in Arabia Saudita, ha confermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Oggi si terranno contatti” tra la Russia e gli Stati Uniti per ”discutere le iniziative delineate” a Gedda, ha detto ai giornalisti, aggiungendo che ”non posso né confermare, né commentare” le notizie circolate sui media circa le richieste che Mosca avrebbe presentato a Washington per accettare la tregua. “Stiamo seguendo da vicino e abbiamo seguito l’incontro dei rappresentanti degli Stati Uniti e dell’Ucraina che ha avuto luogo a Gedda l’11 marzo . Abbiamo letto la dichiarazione adottata in seguito, che contiene varie idee. Al momento, non abbiamo ricevuto richieste ufficiali su questa questione. Da parte nostra, saremo pronti a discutere le iniziative delineate lì durante i futuri contatti con la parte americana. Posso anche dire che tali contatti sono possibili oggi”, ha affermato Peskov durante un briefing.

    Oggi, nella conferenza stampa con il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, il presidente Vladimir Putin potrebbe rispondere a domande sull’accordo di cessate il fuoco. ”Tutto dipende da quali domande gli faranno i giornalisti”, ha precisato. Inoltre Putin ”potrebbe avere un colloquio telefonico internazionale più tardi, in serata”, ha aggiunto Peskov, senza specificare l’interlocutore.

    Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti citando la Reuters, sarebbero queste le tre richieste che la Russia ha sottoposto agli Stati Uniti per accettare l’accordo di 30 giorni di tregua : Kiev fuori dalla Nato, nessun militare straniero in Ucraina e il riconoscimento internazionale della Crimea e di quattro province ucraine come territorio russo.

    Le quattro province di cui la Russia vorrebbe il riconoscimento come proprio territorio sono quelle di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia. Le richieste presentate da Mosca porterebbero, oltre alla tregua, anche alla ripresa delle relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti, precisano le fonti.

    Volodymyr Zelensky denuncia che dopo un giorno e mezzo la Russia non ha ancora risposto alla proposta di tregua concordata da americani e ucraini a Gedda. “Purtroppo – ha scritto in un post su X – il mondo non ha ancora ricevuto una risposta significativa dalla Russia alle proposte avanzate. Ciò dimostra ancora una volta che la Russia cerca di prolungare la guerra e posticipare la pace il più a lungo possibile. Ci auguriamo che la pressione degli Stati Uniti sia sufficiente a costringere la Russia a porre fine alla guerra”.

    Intanto continua l’assalto della Russia al Kursk, al confine con l’Ucraina. Secondo quanto ha dichiarato Peskov, l’operazione di Mosca per espellere le forze ucraine dalla regione russa del Kursk entrata nella fase finale .

    Una donna di 42 anni è stata uccisa a Kherson in seguito a un raid aereo russo. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Roman Mrochko. Anche le autorità di Kiev e Dnipropetrovsk hanno riferito di essere state attaccate nelle prime ore di oggi.

    Le forze armate russe hanno annunciato di aver abbattuto nella notte 77 droni lanciati dall’Ucraina. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca. Nel dettaglio, la Russia ha fatti sapere di aver abbattuto 30 droni sulla regione occidentale di Bryansk al confine con l’Ucraina, mentre 25 sono stati abbattuti su Kaluga. Altri droni sono stati intercettati sulle regioni di Kursk, Voronezh, Rostov e Belgorod, ha aggiunto Mosca.

    Droni ucraini sono arrivati anche nella regione russa di Saratov, hanno reso noto fonti ucraine citate da United24. Secondo il governatore della regione, Roman Busargin, sono stati colpiti siti non residenziali nel distretto di Petrovsky. Nella regione di Saratov si trova una delle raffinerie più importanti del Paese con una capacità di lavorazione di sette milioni di barili di greggio l’anno. Ma nel raid di oggi sarebbe stata colpita la sottostazione elettrica di Gazova.

    La Finlandia e l’Ucraina hanno firmato un nuovo memorandum d’intesa sulla cooperazione in materia di difesa che prevede condivisione di dati e progetti di difesa congiunti. Inoltre la Finlandia ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 200 milioni di euro per l’Ucraina portando così a 3,3 miliardi di euro il totale degli aiuti forniti a Kiev da Helsinki.

    Il ministro della Difesa finlandese Antti Hakkanen ha affermato che l’accordo si basa sul sostegno fornito all’Ucraina negli ultimi tre anni, poiché la Finlandia “condivide la stessa visione della minaccia russa alla luce delle nostre esperienze storiche”. “Questo memorandum d’intesa è un’indicazione che vogliamo espandere e approfondire ulteriormente questa cooperazione a vantaggio di entrambi i paesi”, ha spiegato.

    La Polonia ha chiesto agli Stati Uniti di trasferire armi nucleari sul suo territorio come deterrente contro una possibile aggressione futura da parte della Russia. Lo ha detto il presidente polacco Andrzej Duda nel corso di una intervista al Financial Times, spiegando che la Polonia sarebbe maggiormente sicura se le armi nucleari fossero presenti sul suo territorio.

    “I confini della Nato si sono spostati a est nel 1999, quindi 26 anni dopo dovrebbe esserci anche uno spostamento dell’infrastruttura Nato a est. Per me questo è ovvio”, ha detto Duda. Il presidente polacco ha formulato la sua richiesta con l’inviato speciale del presidente americano Donald Trump per l’Ucraina e la Russia Keith Kellogg.