
La “Deposizione”, sparita per secoli, è stata riscoperta nel Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. La mostra ai Musei Vaticani
ROMA – Apre al pubblico nei Musei Vaticani l’esposizione “Il Mantegna di Pompei. Un capolavoro ritrovato”, dedicata alla Deposizione di Cristo, dipinto straordinario il cui recente restauro ha permesso di confermare definitivamente l’attribuzione al grande maestro rinascimentale Andrea Mantegna. Il recupero della Deposizione di Cristo si inserisce in un contesto più ampio, che pone al centro il dialogo tra fede, arte e cultura, secondo la missione dei Musei Vaticani. Proprio questo dialogo è alla base della collaborazione tra i Musei Vaticani e il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, dove il dipinto è custodito.
La riscoperta di un capolavoro
Già documentata nel XVI secolo nella basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, la Deposizione di Cristo era successivamente scomparsa dalle fonti storiche, sollevando dubbi sulla sua effettiva esistenza e attribuzione. Fondamentale per l’attribuzione è stata anche la ricerca storico-artistica condotta da Stefano De Mieri, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha avuto l’intuizione dell’originalità dell’opera – messa on line dal Santuario sul sito della CEI da qualche anno –, il che gli ha permesso di ricollocarla pienamente all’interno della tradizione mantegnesca.
Un percorso di ricerca e restauro
Fabrizio Biferali, Curatore del Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani, afferma che “le analisi scientifiche e il restauro hanno chiarito che l’opera non è una copia, ma un dipinto originale di Mantegna. La sua iconografia si ricollega a modelli rinascimentali e al classicismo tipico dell’artista, con richiami all’antichità che ne fanno un unicum nella produzione mantegnesca”.Il lungo e meticoloso restauro eseguito nei Laboratori dei Musei Vaticani sotto la direzione del Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali Lignei guidato da Francesca Persegati ha visto impegnati i Maestri Restauratori Lorenza D’Alessandro e Giorgio Capriotti e ha rivelato importanti dettagli iconografici e tecnici. Le indagini diagnostiche preliminari, coordinate dal Gabinetto di Ricerche Scientifiche dei Musei Vaticani diretto da Fabio Morresi, hanno confermato senza ombra di dubbio l’autografia di Andrea Mantegna.