
(Adnkronos) – Serie di attacchi aerei di Israele nella Striscia di Gaza, ripresi nella notte su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha disposto “la ripresa della guerra” contro Hamas con l’operazione ‘Strenght and Sword’ (Forza e Spada), dopo che gli sforzi per estendere il cessate il fuoco sono falliti. Il bilancio delle vittime continua a salire. Sarebbero 356 i morti secondo quanto denunciato da fonti mediche dell’enclave palestinese citate dalla tv satellitare al-Jazeera.
Poco prima il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, aveva affermato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia”.
Mahmoud abu Watfa, considerato il ‘sottosegretario’ del ministero degli Interni del governo di Hamas, è stato ucciso nei raid conferma ad Al-Alaby Al-Jadeed un esponente di Hamas. Altri media riferiscono poi dell’uccisione di altri esponenti di Hamas, il premier di fatto a Gaza Issam al Daalis, Yasser Harb e Abu Obeidah Muhammad al-Jamasi, a capo del comitato d’emergenza di Hamas. Tutti e tre erano parte dell’ufficio politico del movimento che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza. Sarebbe stato ucciso dai raid anche Bahjat Abu Sultan, a capo della sicurezza interna di Hamas.
Un esp,onente di Hamas citato da Al-Alaby Al-Jadeed, ha invece riferito che uno degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele sarebbe morto e altri sarebbero rimasti feriti nei nuovi raid israeliani.
Intanto sono arrivati nuovi ordini di sgombero delle Idf per gli abitanti di alcune zone della Striscia di Gaza, tutte alle estremità dell’enclave palestinese di nuovo nel mirino di raid aerei. Su X il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, chiede agli abitanti di “lasciare immediatamente” aree che vengono definite “pericolose” perché “zone di combattimento”.
Nel messaggio vengono citate le aree di Beit Hanoun, Khirbet Khuza’a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida e i civili vengono sollecitati a spostarsi nella parte occidentale di Gaza City o a Khan Younis perché “le Idf hanno lanciato un’offensiva potente contro le organizzazioni terroristiche”.
L’ufficio del primo ministro Netanyahu, che ha deciso di riunire il gabinetto di sicurezza per questa mattina, ha dichiarato che lui e il ministro della Difesa Israel Katz hanno dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) di intraprendere “un’azione forte contro l’organizzazione terroristica di Hamas” nella Striscia di Gaza.
“Questo fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori”, ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu in un post su X. “Israele, d’ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu in una dichiarazione riportata dal Times of Israel, aggiungendo che i piani per la ripresa delle operazioni militari sono stati approvati la scorsa settimana dalla leadership politica.
Israele continuerà a combattere a Gaza “fino a quando gli ostaggi non saranno tornati a casa e non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi”, ha affermato Katz.
“Come promesso” le forze israeliane hanno ripreso le operazioni nella Striscia di Gaza “con un attacco potente con l’obiettivo di distruggere Hamas, riportare a casa tutti gli ostaggi e rimuovere la minaccia rappresentata dalla Striscia di Gaza per i cittadini israeliani”. E’ quanto afferma il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich.
Hamas ha dichiarato che Netanyahu, con la sua decisione di “riprendere la guerra”, “ha condannato a morte gli ostaggi” che si trovano ancora a Gaza. “Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l’accordo di cessate il fuoco – accusa il movimento in una nota – La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell’occupazione e di imporre loro la condanna a morte”. Hamas denuncia poi che il premier israeliano continua a usare la guerra a Gaza come “una scialuppa di salvataggio” per distrarre dalla crisi politica interna.
Hamas in ogni caso “sta lavorando con i mediatori per frenare l’aggressione di Israele”, ha detto una fonte del movimento. Hamas, ha sottolineato uno dei leader del gruppo, “ha accettato l’accordo di cessate il fuoco e lo ha applicato interamente, ma l’occupazione israeliana ha rinnegato i suoi impegni, riprendendo l’aggressione e la guerra”.
Hamas ha quindi esortato i mediatori internazionali a “ritenere l’occupazione israeliana pienamente responsabile della violazione dell’accordo” e ha sottolineato la necessità di “fermare immediatamente l’aggressione”.
La Casa Bianca ha confermato che Israele ha consultato l’amministrazione americana prima di lanciare la nuova ondata di raid. “Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra”, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, al Times of Israel, dopo la ripresa dei raid israeliani contro la Striscia di Gaza.
La portavoce del presidente americano, Karoline Leavitt, dal canto suo ha confermato che “l’amministrazione Trump e la Casa Bianca sono stati consultati dagli israeliani sugli attacchi a Gaza della scorsa notte”. Parlando al programma ‘Hannity’ su Fox News, Leavitt ha ricordato: “Come il presidente Trump ha chiarito, Hamas, gli Houthi, l’Iran, tutti quello che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti pagheranno un prezzo, si scatenerà l’inferno”.
Gli Houthi dello Yemen “condannano la ripresa dell’aggressione del nemico sionista contro la Striscia di Gaza”. “I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto”, minaccia il Consiglio politico supremo degli Houthi, che da anni l’Iran è accusato di sostenere, come riportano le tv satellitari arabe.