
Sensazioni e feelings decisamente agrodolci. Perché l’Italia c’è stata. Ha fatto la sua prestazione. A tratti, bella e divertente. Frizzante, pericolosa. Ed a tratti, se non dominante, senz’altro padrona del campo. Contro la Germania, che se gli azzurri stanno ricostruendo lei si sta evolvendo, sempre una massima istituzione continentale. L’Italia di Spalletti esce però sconfitta dal primo atto dei quarti di Nations League: vincono i tedeschi, due a uno in rimonta a San Siro. Sblocca Tonali in un primo tempo strameritato; l’Italia crea e produce ma non timbra, la Germania inserisce fisicità, prima pareggia poi sorpassa, a segno Kleindienst prima e solita esperienza in inserimento Goretska poi. Palle inattive e quelle alte, fisicità e centimetri: questi gli aspetti su cui si deve lavorare. Ma la prestazione, ricostruzione e continuità da Parigi, c’è stata. Serviva riammirare l’Italia autunnale e così è stato. Nonostante assenze, ulteriori progressi. Ecco perché oltre ad andarsela a giocare a viso apertissimo, pur se non dovesse arrivare la rimonta e quindi quella semifinale di Nations, il movimento azzurro ne esce bene. La strada è quella giusta. Anche perché evidenti gli aspetti su cui lavorare e migliorare. Nations resta transizione, non centrar la semifinale significherebbe iniziare a giugno un percorso di qualificazioni ai Mondiali leggermente più insidioso, ma senza fasciarsi la testa. Quest’Italia ha intrapreso la strada giusta. Tra i singoli giganteggia Tonali che corona il suo momento d’oro con una prestazione super nel suo San Siro dopo la Carabao Cup d’Inghilterra col Newcastle, sicurezza Barella, bene pure Kean pur senza pungere; male Bastoni e Di Lorenzo, decisivi sonni in occasione del sorpasso tedesco. Domenica ritorno a Dortmund.