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    Politica, Scuola e Università
    20 Marzo 2025
    Valditara, 1 su 5 non sa chi è Mazzini, rivediamo i programmi

    Question Time al Senato. “Negli ultimi decenni tendenze che hanno portato al decadimento”

    ROMA – “Il 35% degli adulti italiani, secondo l’ultimo rapporto Censis, non riesce a comprendere se non testi molto brevi e molto semplici. Solo il 5% raggiunge livelli adeguati di comprensione della scrittura. Tra gli studenti delle superiori, ben il 43,5% non raggiunge competenze minime in italiano e il 47,5% in matematica. Un italiano su cinque non sa chi fosse Giuseppe Mazzini. Il 41% degli studenti confondono le poesie di Leopardi con quelle di D’Annunzio. Molti studenti non sanno neppure situare la Palestina e qualcuno persino non conosce dove si trova il Po. È abbastanza diffuso l’utilizzo del maiuscolo perché purtroppo molti studenti non conoscono il corsivo”.

    E’ partito da questi dati nel question time al Senato, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, rispondendo alla senatrice Lavinia Mennuni (FdI).

    “E’ arrivato il momento di intervenire – ha detto Valditara – sulle indicazioni nazionali, per chi non conosca il linguaggio della scuola, per i programmi scolastici. Negli ultimi decenni si sono affermate tendenze pedagogiche e culturali che sono, a nostro avviso, all’origine del decadimento di alcune conoscenze. Si è sentito parlare di spontaneismo espressivo, vi è stata una sottovalutazione dell’importanza della grammatica e della sintassi, l’eliminazione del latino, considerato troppo difficile o addirittura lingua morta, sparita la memorizzazione delle poesie, spazio marginale ai riassunti, poca attenzione alla calligrafia, soprattutto la marginalizzazione della storia dell’Occidente”.

    Valditara ha aggiunto: “La grammatica latina è alla base della grammatica della lingua italiana, quindi, conoscere quella significa conoscere meglio anche la nostra grammatica, e poi significa conoscere gli elementi fondamentali di una civiltà. L’Occidente, la storia dell’Occidente, per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare, valorizzando principi importanti come la democrazia, la libertà, l’umanità, la buona fede, l’equità, che sono grandi principi valoriali dell’Occidente. La storia della musica, la storia dell’arte, anche qui per comprendere meglio la nostra cultura. Alcuni elementi della Bibbia, non come fenomeno religioso, non come spinta verso una diminuzione della laicità dello Stato, ma invece proprio come testimonianza culturale straordinaria che è a fondamento della nostra arte, della nostra cultura, della nostra civiltà. L’epica, che esprime un patrimonio di valori, di immagini, di sensibilità straordinarie, ma anche elementi di informatica nelle scuole elementari, una nuova didattica per le materie Stem, partendo dalla realtà e dal laboratorio per arrivare alla teoria. Ritengo che anche così noi diamo un futuro ai nostri giovani”, ha concluso.