
di Simona Tenentini
RIETI – Il canile sanitario di Rieti di nuovo sotto accusa.
Stavolta a finire al centro delle polemiche è il rifiuto di far adottare un trovatello che si trova in struttura.
“A Scandriglia, in provincia di Rieti, viene sequestrato per maltrattamenti il piccolo Chicco – raccontano i volontari – Si tratta di un simil pincher di pochi chili, ridotto in condizioni pietose, scheletrico.
Per legge i cani sequestrati devono rimanere all’interno del sanitario di Rieti.
Ma due giorni fa arriva l’ordine di trasferimento al canile definitivo di Chicco da parte del dirigente sanitario della ASL veterinaria di Rieti, dott. Di Giambattista.
Destinazione: canile di Ardea, ad una distanza di oltre 300 km con il paradosso che dovrà intervenire un furgone e due addetti per trasferire tre, quattro chili di cane.
Una spesa assurda insomma a carico del Comune di Scandriglia, a maggior ragione dal momento che, nel frattempo, il piccolo Chicco ha ricevuto richiesta di adozione ed una signora intenzionata ad accoglierlo in casa firma il preaffido.”
“Nonostante questa soluzione però, non c’è niente da fare: tutte le pec inviate dalla presidente dell’associazione Adozioni del Cuore Rieti con la comunicazione che c’è una disponibilità di adozione sono inutili ed il direttore sanitario della ASL veterinaria di Rieti è irremovibile.
Stamattina Chicco dovrà affrontare questo lungo viaggio verso l’Inferno, in uno dei peggiori canili del Lazio.
Non è legale quello che la ASL sta facendo, a danno dei cani e dei contribuenti.
Noi dalle sei di stamattina che siamo qui per evitare con scudo umano il trasferimento di Chicco, speriamo che la nostra mobilitazione smuova le coscienze” – concludono i volontari.