
Il mondo del pugilato piange la scomparsa di una delle sue più grandi leggende di tutti i tempi. Notizia agghiacciante in piena notte: George Foreman non c’è più. Qualcuno che ha lottato coi migliori, qualcuno che ha camminato coi migliori, qualcuno che seppe diventare modello identitario della boxe internazionale. Iconografia, per decenni. Il mondo dello sport costretto dunque a piangere la perdita di un altro suo monumento novecentesco. Se ne va all’età di 76 anni, lo ha annunciato la sua famiglia direttamente sul suo profilo social: “Con profondo dolore, annunciamo la scomparsa del nostro amato George Edward Foreman Sr, che se n’è andato serenamente il 21 marzo 2025, circondato dai suoi cari”. Una delle carriere più folkloristiche e particolari di sempre: predestinato, sbarcò nel mondo dei grandi con l’oro nei pesi massimi a Città del Messico alle Olimpiadi del 1968. Già, pesi massimi, categoria dove si sarebbe mostruosamente laureato due volte campione del mondo. Una carriera unica e singolare perché si ritirò prima nel 1977 in seguito a batoste identitarie come quella del “Rumble in the Jungle”, dove sfidò senza successo in una battaglia fra titani che ancora riecheggia tra le più grandi della storia della boxe Muhammad Ali. Poi tornò, nel 1987, quasi da film, come fanno gli eroi, a riprendersi tutto a 45 anni, per poi rilasciare i guantoni definitivamente al chiodo nel 1997. Una leggenda generazionale. Per i suoi Stati Uniti e non. Che ha cresciuto decenni. Un mostro del novecento.