
Sono ore silenziosamente roventi in casa Juventus. La dirigenza riflette ancora sul futuro imminente di Motta. Forse non più su quello a lunga scadenza: a meno di clamorosi ribaltoni, comunque vada, a fine stagione le strade si separeranno. Il punto è che, a dispetto delle parole di Giuntoli (contestato anche lui) post Firenze, la figura di Motta resta tutt’altro che salda anche in vista di questo imminente ultimo curvone di stagione: ergo, non è detto che ritroveremo Thiago a fine sosta. Il rischio di perdere quel quarto posto, determinante per le casse del club, resta tremendamente concreto. La società non può permettersi lo stesso disastroso trend degli ultimi mesi: alla doppia cocente eliminazione tra PSV ed Empoli sono susseguite le storiche batoste tra Atalanta e Fiorentina, senza reazioni. Ecco perché la società s’è presa tutta la settimana di sosta e continua a riflettere e sonda altri terreni. Il primo, forse più semplice, porta a traghettatore Tudor, che già conosce l’ambiente e darebbe una scossa di juventinità alla Continassa. Tudor accetterebbe un contratto fino a fine stagione, poi si vedrà. Il nome più grosso e sorprendente delle ultime ore è quello di Roberto Mancini, dimensione più grande ma passato ben poco bianconero. In più, chiederebbe un progetto a lungo termine: due anni e mezzo di contratto. A livello di rivoluzione filosofeggiante scegliere Mancini sarebbe retromarcia clamorosa, sarebbe sfiduciare la decisione di Giuntoli di maggio/giugno scorso. Decide lui, il direttore più importante? O qualcun altro? In ogni modo, entrambi gli scenari sarebbero clamorosi. Nelle prossime ore la verità: tra lunedì/martedì tornano i nazionali.